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l'intervista

Dalle liste goliardiche alla psicologia: l'evoluzione dell'Oltreuomo

Nato negli anni '10 il blog satirico adesso è diventato una community in cui l'esperto risponde e gli altri aiutano

Da Pordenone era arrivato alla ribalta nazionale, un must per una generazione che al tempo si affacciava alla vita adulta, andava all’università e tastava per la prima volta con mano lo sgretolamento della società e gli effetti scoppiettanti della crisi del 2008.
Quella generazione è fatta oggi di semi-adulti fra i 30 e 40 anni, e chiunque nello scorso decennio aveva accesso a internet e un profilo Facebook sicuramente conosce l’Oltreuomo, blog umoristico famoso per le liste sugli argomenti più vari.
In questi anni tante cose sono cambiate: i fondatori hanno preso strade diverse e il progetto è stato abbandonato come una nave alla deriva. 
Adesso però, l’Oltreuomo è tornato, con una veste assolutamente inedita e con un team dimezzato: da due a una persona. 
Abbiamo parlato con Francesco Boz, che insieme ad Andrea Passador ha fondato il blog, e che adesso lo gestisce con lo stesso nome ma un format diverso: è una community di supporto psicologico, ma sempre con un velo di ironia. 

Francesco, facciamo un salto nel passato. Quando e come è nato l’Oltreuomo?

Era nel periodo in cui esistevano ancora i blog. Lercio ancora non esisteva e sul web andava molto forte Spinoza, che faceva battute sull’attualità. Allora con Passador abbiamo pensato: «Perché non facciamo anche noi un blog umoristico che non sia sull’attualità ma sulla vita?».
Così siamo partiti con temi come università, amore, famiglia e molto altro. Il progetto così è partito ed è andato in crescendo per cinque anni, ma nella storia ci sono stati dei bivi?

Francesco Boz con Rocco Siffredi-2

Cioè?

Una volta, ad esempio, siamo stati contattati da Scuolazoo per entrare nel loro team come influencer. C’eravamo io, Andrea e i ragazzi di “Calciatori Brutti”. Da bravi provinciali pordenonesi abbiamo declinato l’offerta per mantenere la nostra indipendenza. Calciatori Brutti invece ha deciso di entrare nel team e oggi è un’azienda.

Quindi siete rimasti sempre voi due…

In realtà un altro bivio si è presentato con l’azienda Graffiti di Riva del Garda. Il proprietario Luca Cattoi ci piaceva così abbiamo trovato l’accordo e ha acquistato l’Oltreuomo. Per un periodo avevamo uno stipendio per fare il blog ma poi le cose sono cambiate.

Ancora bivi?

L’Oltreuomo era famoso a livello nazionale e faceva curriculum, così entrambi abbiamo trovato altri lavori. Ad esempio io prima sono andato in un’agenzia pubblicitaria a Milano, poi sono diventato autore delle Iene. Poi con il passare del tempo abbiamo perso la costanza e dopo centinaia e centinaia di post era difficile trovare nuove idee, così di comune accordo abbiamo deciso di smettere e ognuno ha preso la sua strada.

E qui il progetto si spegne. Ma come rinasce?

Luca Cattoi ha sempre voluto tener vivo l’Oltreuomo. Io ho avuto l’intuizione in base alla mia formazione: sono psicologo con dottorato e sui social gestisco le community Psicologia e Aforismi Psicologia con 750.000 follower, oltre a collaborare con Sygmund, servizio di psicologia online.
Volevo fare qualcosa di umoristico sul tema: prendere in giro i mental coach americani utilizzando il loro classico linguaggio. Ti dicono che puoi superare qualsiasi ostacolo con un linguaggio aggressivo, che i limiti sono nella tua testa e te lo dicono facendoti sentire un c*******: se non ci riesci è colpa tua.

Francesco Boz durante il primo anno di specializzazione in psicoterapia-2

Sembra che non stia andando proprio così però…

Ho scritto sempre cose serie, con verità clinica, ma con un linguaggio che voleva essere comico. 
La gente invece di ridere ha sempre preso la cosa seriamente. Così il linguaggio è un po’ cambiato e si è creata una vera e propria community.
Una persona che racconta la sua vita ha sempre qualcosa in comune con la vita di tutti, la gente si immedesima nelle richieste di aiuto.Inoltre la condivisione sociale delle risposte è importante. Ogni persona che mi scrive pone in maniera anonima un problema a un giudizio popolare che in quella pagina è sano. Non ci sono hater, è tutto civile.

Quali sono i disagi maggiori?

Il pubblico è principalmente tra i 30 e 40 anni quindi hanno problemi legati alle relazioni, i più giovani invece fanno domande legate alle scelte su cosa fare nella vita, riflettono sulle loro insoddisfazioni.
Dopo i 30, invece, il problema è che le coppie fanno schifo e molti chiedono aiuto per salvare delle cose che spesso non sono salvabili.
E c’è chi scrive che mi invento tutte queste storie. Rispondere è facile: sono preparato. Se dovessi inventarmele sarei Tolstoj.
 

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