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Giovedì, 28 Marzo 2024
Sostenibilità

Rifiuti abbandonati e un Noncello ammalato: Legambiente chiede una maggiore tutela del fiume

Il report è stato inviato alle amministrazioni di Cordenons, Pordenone e Porcia per valutare le prossime mosse in vista di un accordo sulla gestione del fiume

Rifiuti lungo il percorso e un fiume che non supera gli standard di qualità. Nel corso dell'ultimo anno il circolo Legambiente "Fabiano Grizzo" di Pordenone si è dedicato all'osservazione del Noncello con un piccolo gruppo di attivisti, accompagnati dalla guida naturalistica Pier Luigi Ragogna. Cinque passeggiate che sono servite a monitorare i circa quindici chilometri del fiume e a stilare un report che raccoglie quanto rilevato lungo il percorso, dalle caratteristiche ambientali alle criticità che i Comuni devono risolvere. Il documento è stato poi mandato alle amministrazioni di Cordenons, Pordenone e Porcia, anche in vista del futuro avvio di un contratto di fiume, come annunciato tempo fa. 

Cordenons

Il primo tratto analizzato è stato Cordenons, considerato l’area dove nasce il Noncello. L’attività, che rientra nel progetto "Operazione fiumi” con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia. La zona di via Rigolo risultava completamente a secco, invasa da piante infestanti. Segno di un «preoccupante abbassamento della falda già nei primi mesi del 2022» a cauda delle poche precipitazioni. Lì vicino si trovano le "Risorgive del Vinchiaruzzo", dove l'Associazione Naturalistica Cordenonese porta avanti un progetto di ripristino ambientale denunciando una mancanza di attenzione verso l’ambiente. 

La passeggiata è proseguita in via San Michele, e in un boschetto ripariale sono stati osservati rifiuti di vario genere. Eppure l'area, come si legge nel report, nonostante l’abbandono presenta notevoli caratteristiche ambientali. È stato trovato infatti un esemplare di Caltha palustris, una pianta che è considerata un indicatore biologico di qualità. Una scoperta che, per Legambiente, deve portare a una maggiore valorizzazione dell’area, «attraverso una pulizia dai rifiuti e con alcuni piccoli interventi di riqualificazione per il miglioramento della vegetazione, specialmente con il contenimento delle specie aliene».

L’Arpa, nel monitorare la zona del Pasch, ha notato che lo stato ecologico (ovvero l’indicatore della qualità degli ecosistemi acquatici) è cattivo in base al risultato dell’EQB (Elementi di Qualità Biologica) fauna ittica. «Complessivamente - continua la nota - il corpo idrico non ha raggiunto l’obiettivo di qualità».

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Pordenone

Legambiente è poi passata verso la zona delle risorgive nel parco del castello di Torre, conosciuto per le qualità paesaggistiche. Un occhio di riguardo è stato dedicato anche all'area del parco del seminario che va vigilata costantemente  «affinché mantenga le sue caratteristiche di area naturale». Dopodiché il gruppo ha raggiunto via Riviera del Pordenone, e tra il ponte di Viale Martelli e quello di Adamo ed Eva hanno trovato un salice cenerino, considerato una delle peculiarità di questo tratto del fiume. Ciò nonostante, in questa zona è presente lo scarico fognario non depurato della Roggia dei Mulini, mentre sulla sponda sinistra sono stati compiuti dei tagli considerevoli nei confronti della vegetazione per via del progetto di riqualificazione del "Sentiero delle Operaie”. «Al posto degli alberi tagliati - afferma Legambiente - stanno crescendo specie aliene invasive come l'Amorpha fruticosa, presente anche a valle del ponte di Adamo ed Eva, sempre in prossimità di tagli in zone in cui la vegetazione è stata molto diradata». Nel caso invece del depuratore della Burida, sono state segnalate diverse anomalie negli scarichi dal mese di maggio fino a tutta l'estate del 2022.

Sullo stato ecologico per l’Arpa la zona è in buono stato e consente il raggiungimento degli obiettivi di qualità per il corpo idrico, ma è su quello chimico (non buono secondo l'Agenzia regionale per la protezione ambientale) segnala la presenza di benzopirene.

Il report ha toccato anche Vallenoncello a partire dall'approdo per canoe e piccole imbarcazioni. Le uniche, secondo Legambiente, che devono essere ammesse per evitare l'erosione delle sponde. L'area presenta per altro alcuni aspetti di grande interesse naturalistico, come un «percorso pedonale tra due filari di alberi autoctoni impossibile da seguire per assenza o scarsità di manutenzione». Nel tratto finale del Noncello non mancano anche in questo caso i rifiuti abbandonati.

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Porcia

Legambiente si è poi diretta nel territorio di Porcia fino a Rondover notando che nel rio Mai, alle spalle di via Noncello, custodisce varie specie di orchidee e la rarissima Pinguicula alpina. L'esplorazione non si è fermata qui, ma ha spinto il gruppo a toccare il Rio Brentella, un corso d'acqua storico usato per il trasporto del legname dalla Valcellina. Anche qui, secondo l’associazione, è necessaria una maggiore attenzione dato che la vegetazione su entrambe le rive «contribuisce a trattenere gli inquinanti derivanti dall'agricoltura». 

Non ci sono buone notizie per quanto riguarda il monitoraggio ambientale. Nel caso dello stato ecologico, «la classificazione data (sufficiente) non consente il raggiungimento degli obiettivi di qualità per il corpo idrico». Sullo stato chimico (non buono), l’Arpa ha trovato anche qui la presenza di benzopirene. 

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