Il Museo di Storia naturale più accessibile e inclusivo, lavori previsti a settembre
Presentato oggi il programma per la rimozione di barriere fisiche, sensoriali e cognitive
Un museo per tutti. È questo l'obiettivo principale del Comune di Pordenone che oggi ha presentato il progetto dal titolo “Rimozione delle barriere fisiche, sensoriali e cognitive nel Museo civico di Storia naturale «Silvia Zenari»”. Si tratta di un piano strutturale che si servirà dei fondi europei del PNRR per un valore di circa 500 mila euro. Grazie a questo finanziamento la sede subirà un netto restyling. Come ha spiegato l’assessore Giuseppe Verdichizzi, i lavori inizieranno a settembre 2023 e termineranno la prossima estate. Tra le novità ci sarà inoltre la sala nautica. Uno spazio dove poter svolgere laboratori, didattica ed incontri culturali. Nel corso dell'intervento verranno inseriti molti elementi multimediali e di realtà aumentata per poi sostituire tutti i pannelli descrittivi che diverranno molto più leggibili ed accessibili a visitatori di ogni età. Verranno inoltre sostituiti gli arredi e aggiunti nuovi strumenti con cui orientarsi, e tra gli strumenti a disposizione saranno integrati dei sistemi audio/video per una visita multimediale con cuffiette.
La presentazione
Per rendere tutto questo possibile l'amministrazione ha deciso che la coordinatrice del progetto sarà Erica Gaiatto di Global Project. Una scelta che va nella direzione di un'architettura inclusiva e che possa davvero accessibile al visitatore che intenderà conoscere i reperti presenti nel museo. L'esperta sostiene che le barriere architettoniche, oltre a impedire la fruizione del museo, fanno la differenza tra il sentirsi o non sentirsi disabile. Motivo per cui è più che mai necessario attuare il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA) in modo da rimuovere le differenze e accrescere le modalità di accesso al patrimonio culturale italiano. «Per molte persone potrebbe risultare difficile individuare a prima vista delle barriere fisiche, ma ad un’osservazione più attenta ci si accorge di un ascensore, di un bagno con discreta accessibilità e di spazi in cui ci si muove con difficoltà». Erica Gaiatto ha trovato la soluzione in tre parole: accoglienza, wayfinding (orientamento), e comunicazione.
Nel primo caso si punterà non solo al confort del museo, ma ad aumentare la qualità del servizio dal parcheggio alla reception. Per quanto riguarda invece il wayfinding si punterà verso mappe visivo-tattili, testi ad alta leggibilità e in braille. In più verranno inserite nuove grafiche e sistemi di illuminazione migliorando l'orientamento dei visitatori. Tutto questo però non è possibile senza una elaborazione dei contenuti scientifici adeguati al museo, così come sarà fondamentale il discorso della progettazione di nuovi percorsi didattici che andranno a integrarsi al percorso espositivo che si andrà ad allestire.
L’assessore alla cultura Alberto Parigi parla di «una rivoluzione nel Museo di Storia naturale. Attraverso una revisione del percorso espositivo, degli spazi esterni, dell’area di accoglienza, dei servizi per i visitatori, dei percorsi orizzontali e verticali che guidano il pubblico nell’affascinante viaggio attraverso gli habitat che contraddistinguono il nostro pianeta, il nostro Museo sarà pienamente accessibile a tutti, comprese le persone con difficoltà e quelle disabili. Una rivoluzione sotto il profilo fisico, architettonico, sensoriale e cognitivo che consentirà alle collezioni e ai percorsi museali e didattici di essere finalmente più fruibili e privi di barriere».