Nuove testate nucleari B61-12 ad Aviano entro la primavera del 2023
Le nuove misure saranno adottate su tutto il territorio europeo e andranno a sostituire quelle già presenti nelle varie basi miliari
Si chiama B61-12 la nuova testata nucleare che ben presto (entro la primavera del 2023) sostituirà le vecchie B61-11 presenti su suolo europeo. L’indiscrezione era già stata riportata qualche settimana fa da Politico, secondo cui la Nato avrebbe scelto di anticipare la sostituzione dei dispositivi nelle base militari del vecchio continente (Aviano compresa) con delle bombe tecnologicamente più avanzate. In queste ore, grazie anche a Ican (International Campaign to Abolish Nuclear Weapon) e ad Altraeconomia, sono trapelati nuovi dettagli in merito alla loro efficacia sul campo.
Dove saranno installate
La decisione arriva in un momento di forte instabilità geopolitica, sebbene il numero di questi ordigni sia decisamente calato dalla Guerra Fredda. Al momento in Europa risultano esserci 150 testate suddivise in cinque Paesi. Si parla di 40 dispositivi in Italia (Ghedi, in provincia di Brescia, e Aviano), 50 in Turchia e 60 spartiti tra Germania, Belgio e Olanda.
I dettagli
Secondo quanto riportato da un report della Federation of american scientists, le B61-12 rappresentano un’ulteriore evoluzione rispetto ai predecessori. Il primo aspetto da tenere presente è legato alla precisione, dato che il sistema di guida nella coda, stato progettato da Boeing, consente di avere maggiore controllo e manovrabilità. La bomba può inoltre essere inserita su altri velivoli come gli F-35 o i Tornado oltre ai caccia B-2, anche se la vera novità riguarda il suo potenziale esplosivo che va tra gli 0,5 chilotoni e i 50 chilotoni. Il numero in verità può crescere fino a 1.250 chilotoni se si mira verso obiettivi sotterranei, con effetti simili a 83 bombe cadute su Hiroshima.
Sono infatti molte le associazioni che si stanno mobilitando per informare i cittadini su questo fronte. La stessa Ican ha cominciato la sua campagna per abolire le armi nucleari, e una delle tesi sostenute dalla Rete italiana Pace e disarmo è l'adesione al Trattato di proibizione delle armi nucleari, istituito il 20 settembre 2017 con 122 voti a favore.