Polizia Locale: Pordenone tra i primi a sperimentare il taser
La città è una delle prime a dotarsi della pistola ad impulsi elettrici
Pordenone sarà tra i primi Comuni d’Italia a dotarsi della pistola ad impulsi elettrici. Si è infatti concluso alcuni giorni fa il corso di formazione durato tre giornate per l’abilitazione all’utilizzo del taser. Una serie di lezioni alle quali hanno partecipato alcuni operatori di Polizia Locale del Corpo Intercomunale di Pordenone e Cordenons. Oltre alle lezioni teoriche finalizzate ad una conoscenza profonda della pistola ad impulsi elettrici, gli agenti hanno effettuato un addestramento mirato riproducendo decine di scenari differenti in vari contesti operativi. Il quell'occasione è stato usato questo strumento di difesa di ultima generazione, il Taser 7, testato ed usato in maniera efficace in numerosi paesi di tutto il mondo. Due operatori nel frattempo hanno ottenuto il certificato di istruttori, un attestato necessario per mantenere alto il livello di addestramento e istruire i nuovi agenti all’uso del dispositivo.
Il taser
Il Taser è un’arma che è stata approvata ufficialmente in Italia nel 2017. Uno strumento che è già stato utilizzato con ottimi risultati in tutto il mondo, e che è in grado di inibire le funzioni neuromuscolari di una persona per il tempo strettamente necessario ad eliminare un potenziale pericolo. La sicurezza di tale strumento è altissima e le statistiche dimostrano che nell’85% dei casi è sufficiente la semplice estrazione dell’arma per scoraggiare potenziali malviventi dal commettere azioni pericolose.
«La Polizia Locale – afferma il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani – il cui organico è stato implementato e formato con dei corsi specifici per aumentare la sua professionalità, è stata dotata del TASER in via sperimentale per 6 mesi. Questo aumenterà la capacità operativa dei nostri Agenti soprattutto in contesti caratterizzati da presenze poco edificanti in città. La pistola a impulsi elettrici consentirà alla Polizia Locale di intervenire in contesti particolarmente critici. Il suo uso “in via sperimentale” non significa che terminerà con lo scadere dei 6 mesi. Piuttosto, si valuterà quale sarà stato il suo utilizzo in tale lasso di tempo e in quali contesti è stato adoperato. Il dispositivo – conclude – non è certamente una scelta da sceriffi, ma rappresenta uno strumento in più che i nostri Agenti potranno utilizzare per intervenire a difesa del cittadino in caso di persone particolarmente aggressive, tutelando la propria stessa incolumità e scoraggiando i malintenzionati alla sola vista dell’arma».