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L'incontro

Sanità in crisi, Riccardi: «Necessarie riforme su formazione e salari»

Le parole del vicepresidente della Regione in occasione del convegno "Professione infermiere tra attrattività e carenze"

«Per permettere al Sistema sanitario nazionale di continuare a rispondere alle richieste di salute di tutti i cittadini  è necessario rifondare lo stesso Sistema; per farlo bisogna assumere decisioni importanti da qui ai prossimi cinque anni». Sono queste le parole del vicepresidente Riccardi, intervenuto in occasione convegno "Professione infermiere tra attrattività e carenze", organizzato dalla sezione di Pordenone della Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche e al quale ha partecipato anche il sindaco Ciriani. «Queste scelte riguardano anche uno straordinario investimento sul capitale umano, di cui gli infermieri rappresentano una parte fondamentale». 

Alla luce anche dei dati pubblicati da da Cittadinanzattiva, servono non pochi investimenti sul servizio sanitario nazionale dopo che la pandemia ha evidenziato vari problemi strutturali che non riguardano, purtroppo, solo la carenza di personale. Oltre alle politiche retributive, «completamente da rivedere» secondo Riccardi, il modello di assistenza deve essere riformulato partendo dall’accesso alla formazione fino a toccare quella parte di professionisti «che escono per obbligo di età mentre sono nel pieno delle loro funzioni». Una riforma che  non sia calata dall’alto, ma deve prendere in considerazione le opinioni e le richieste di chi ogni giorno si occupa di sanità. 

Il deserto sanitario avanza anche in Regione: a Pordenone un medico di base ogni 1300 abitanti
 

«La figura e la competenza dell'infermiere - ha spiegato il vicegovernatore - sono fondamentali in questo contesto sociale e di sistema in profonda transizione; lo dimostrano anche i dati più recenti, illustrati in occasione del convegno organizzato sulle professioni infermieristiche oggi a Pordenone. È stato un momento di confronto importante tra professionisti della salute della nostra regione e del resto dell'Italia. Solo con un continuo dialogo con chi vive la professione possiamo comprendere quali siamo i punti dolenti e affrontarli insieme».

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