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Per la sicurezza degli operatori sanitari arriva il teleallarme

Oggi l’incontro tra il vicepresidente Riccardi e le principali istituzioni del territorio

Dopo il primo incontro avvenuto il 13 gennaio a Udine, la sanità torna al centro del confronto tra istituzioni, forze dell'ordine e i componenti delle aziende sanitarie. Questa volta è stata Pordenone la sede nella quale si è discusso sulle misure da adottare. L’obiettivo è di evitare un altro caso simile a quello della dottoressa Adelaide Andriani, la specializzanda aggredita all’interno dell’ospedale udinese. Per questo in Prefettura a Pordenone si è tenuto il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica al quale ha partecipato il vicepresidente e assessore con delega alla salute del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi. Nel corso del colloquio si è parlato del contesto pordenonese che come sostiene lo stesso esponente della Regione, non presenta situazioni di grave emergenza. Eppure i casi sono emersi anche nel nosocomio di via Montereale, dall’episodio dello sputo a un infermiere a quello che ha portato alla rottura di una vetrata. 

Aggressioni ai sanitari: tra le misure un filo diretto con le questure
 

«Dobbiamo agire comunque su più fronti, per prevenire un fenomeno che è molto grave, preoccupante e che purtroppo registra un incremento in tutta Italia», afferma Riccardi. «Come è emerso per l'area udinese e isontina, ci stiamo orientando verso una implementazione della vigilanza e della videosorveglianza, esaminando in dettaglio la possibilità di creare una linea dedicata tra presidi sanitari sensibili e sala operativa della Questura da attivare in caso di emergenza. Ringrazio per la disponibilità immediatamente fornita dalle Forze dell'ordine, rispetto a un incremento della vigilanza dinamica delle sedi sanitarie del pordenonese» ha concluso il vicepresidente. Che conterà del supporto delle stesse aziende sanitarie con dei percorsi di formazione dedicati al personale da istituire nell’immediato futuro.  

Per il nuovo ospedale in costruzione, come afferma lo stesso prefetto di Pordenone Domenico Lione, l'obiettivo è la creazione di una centrale operativa interna che sia strettamente collegata con le centrali delle forze dell'ordine. Un sistema che sarà presidiato dalle guardie giurate. 

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