Anniversario del disastro del Vajont, i commenti della politica
Il cordoglio degli esponenti della giunta e del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia
«Il Vajont è accaduto 60 anni fa ma altri Vajont si ripresentano continuamente in ogni angolo del nostro Pianeta. La nostra civiltà deve fare un balzo in avanti
per non commettere più gli errori già compiuti nel passato. Conoscere a fondo quanto sia delicata la terra su cui camminiamo.
Governare con saggezza i nostri territori. Prendere decisioni - insieme - solo dopo aver ascoltato. Sono questi i passi urgenti e necessari per un futuro migliore e un presente improntato a una maggiore sicurezza per tutti noi».
Con queste parole il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha concluso il suo discorso durante la cerimonia per il sessantesimo anniversario del Vajont che si è tenuta alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella proprio davanti alla diga.
L'assessore regionale alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, ha commentato: «Quella di oggi resterà una giornata scolpita nella storia: il ricordo dei caduti della tragedia del Vajont, con il presidente delle Repubblica Sergio Mattarella, alla diga. Una giornata importante perché ci mette ancora una volta tutti assieme, per condividere le professionalità, le esperienze, le buone pratiche del Sistema di protezione civile, con il fine principale che è sempre lo stesso: migliorare la sicurezza delle persone.
«Quell'immane tragedia - ha detto il presidente del consiglio regionale Mauro Bordin a margine della cerimonia - ci deve insegnare a mettere al primo posto la
vita delle persone, ma anche a rispettare la natura. A 60 anni di distanza quella catastrofe continua a turbare le nostre coscienze - ha aggiunto il presidente - e deve aiutarci a non ripetere lo stesso tipo di errore, adottando grande prudenza e meticolosità quando si progettano e si realizzano opere di questo genere, che incidono in modo così profondo sull'ambiente naturale».
«La cerimonia di oggi - ha detto il consigliere di Open Sinistra Fvg Furio Honsell - è stata un'occasione per rivivere l'orrore nella memoria dei sopravvissuti e dei loro familiari, a cui purtroppo non è stata data la parola, e per riflettere su quanti furono i segnali sottovalutati del possibile rischio idrogeologico. Ma è stato
soprattutto il momento per ripensare a quanto inascoltata fu la voce preoccupata delle persone, che poi furono le vittime, rispetto all'opera».