Furto e inseguimento contromano in via Dante: arrestato in Spagna un albanese
Dopo quasi un anno è stato arrestato il secondo membro della banda: si trovava nei pressi di Barcellona
È passato quasi un anno da quella serata di follia, quando una banda di ladri inseguita dalla polizia ha creato il panico imboccando a tutta velocità e contromano via Dante. Era il 2 dicembre del 2022 quando una banda di ladri, dopo un colpo in via San Donà era stata intercettata su una Alfa Romeo Giulietta e inseguita da una volante della polizia.
La banda era composta da cinque persone: dopo uno schianto contro le auto parcheggiate tutti avevano tentato la fuga. Dopo un inseguimento a piedi i poliziotti sono riusciti ad arrestare, G.S. cittadino albanese, mentre gli altri quattro ladri sono spariti nel nulla.
Mercoledì è stato arrestato un secondo elemento di questa banda: si tratta di B.Z., trentenne di origine albanese, senza fissa dimora in Italia.
È stato arrestato dalla polizia spagnola a Barcellona al termine di una complessa attività investigativa condotta dagli agenti della Squadra Mobile con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia. Gli investigatori sono arrivati a lui seguendo le tracce della moglie, anche lei albanese e residente in provincia di Monza.
La donna stava per raggiungere la città di Barcellona insieme ai due figli minori della coppia. La mattina dello scorso mercoledì la donna è uscita dalla propria abitazione per raggiungere l’aeroporto di Malpensa: gli accertamenti effettuati unitamente alla polizia di frontiera di quell’aeroporto hanno consentito di verificare proprio come la donna avesse prenotato un volo per Barcellona. Intuendo che la donna stesse raggiungendo la città catalana per incontrare il marito, la polizia di stato ha attivato i colleghi catalani i quali, dopo aver localizzato la donna all’aeroporto di Barcellona El Prat, l'hanno seguita fino alla località marittima di Camarruga dove ad attenderla c'era il marito che è stato prontamente bloccato e tratto in arresto dalla polizia spagnola.
L'indagine sulla banda albanese, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Marco Faion, ha visto una complessa e articolata attività investigativa che ha permesso di individuare l’esistenza di un vero e proprio sodalizio delinquenziale composto, oltre che dal predetto G.S., da quattro cittadini albanesi, dedito alla commissione di furti in appartamento in tutto il centro-nord Italia identificati in B.Z. appunto e in V.T. trentenne, P.S. ventiseienne, M.D. venticinquenne, tutti cittadini di origine albanese gravati da precedenti penali per reati contro il patrimonio e tutti senza fissa dimora in Italia.
I ladri si sono dimostrati particolarmente scaltri e attenti sia nelle comunicazioni che negli spostamenti; in particolare tutti i componenti del gruppo, al fine di eludere le investigazioni, erano soliti utilizzare sim telefoniche intestate a prestanome o a persone inesistenti e, quando commettevano i furti, non portavano mai al seguito i telefoni cellulari.
Per arrivare in Italia i ladri hanno sempre evitato voli diretti dall'Albania, in quanto soggetti a controlli di frontiera e alla registrazione delle generalità dei passeggeri. Utilizzavano voli diretti dapprima in Spagna o in Ungheria da cui, dopo essere sottoposti a controlli di Frontiera dalle autorità di quei paesi, facevano ingresso nell’area Schengen e quindi raggiungevano il territorio nazionale muovendosi all’interno dell’area Schengen soggetta alla libera circolazione delle persone e delle merci.
Alcuni di loro avevano anche cambiato cognome e richiesto un nuovo passaporto albanese.
Nel corso dell’attività è stata eseguita anche una perquisizione informatica sul cellulare risultato poi essere in uso ad uno dei componenti della banda. Da qui sono emersi numerosi messaggi tra i componenti della banda che commentavano i colpi in cui utilizzavano la terminologia “far raso,” che in gergo albanese vuol dire “far razzia”, “rubare”, da cui prende il nome l’operazione.
Dall’analisi del cellulare è emerso inoltre come il gruppo fosse solito frequentare anche la Spagna, e in particolare la città di Barcellona dove non si esclude possano aver commesso altri furti.
Il giudice per le indagini preliminari, in considerazione che il B.Z. risulta di fatto senza fissa dimora in Italia e che, come appurato nel corso delle investigazioni, era solito muoversi in tutto il territorio europeo per delinquere, ha emesso a carico dell’uomo un Mandato d’Arresto Europeo. Il 30enne albanese si trova in custodia cautelare in carcere.