In duecento in piazza Risorgimento al grido di «Palestina libera»
La manifestazione si è tenuta nella giornata del 21 ottobre in presenza del presidente della Comunità palestinese del Veneto Khaled al Zeer
«Palestina Libera!», «Resistenza!» «Palestina Libera!». Oltre duecento persone si sono presentate ieri, 21 ottobre, in piazza Risorgimento a Pordenone insieme alla Comunità del Veneto guidata da Khaled al Zeer. Dalle 17:30 bandiere di ogni colore accompagnavano il grido dei dei manifestanti che hanno scelto di aderire all'iniziativa di solidarierà per il popolo palestinese. Gli organizzatori avevano inizialmente chiesto di protestare nella zona di piazza Cavour ma per ragioni di sicurezza la questura ha dato l'autorizzazione nella piazza dove si sono già tenuti altri sit-in in passato, con alcune prescrizioni: solo insegne della Palestina e della pace, e niente megafoni.
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Durante la manifestazione ha preso la parola il presidente Khaled al Zeer circondato da persone di ogni età. Adulti, bambini, cittadini italiani e stranieri hanno accusato Israele dei crimini commessi nei confronti della popolazione civile. Quattromila persone sono morte, e secondo i dati pubblicati da Save the Children in questo momento sarebbero più di mille i bambini deceduti in 11 giorni dopo gli attacchi aerei su Gaza dove, come denunciato dall’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi), l’acqua pulita sta iniziando a scarseggiare. Allo stesso tempo non bisogna però scordarsi delle altre vittime. Sempre secondo le stime di una delle più note organizzazioni internazionali, almeno 1.300 persone sono state uccise in Israele, mentre tra le 199 persone rapite e portate a Gaza come ostaggi ci sono anche dei minori.
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«Senza la fine dei combattimenti, senza un cessate il fuoco, la vita di migliaia di bambini è in pericolo», ha dichiarato in una nota Jason Lee, Direttore Save the Children che si sofferma anche sulla questione legata agli ospedali come quello colpito di recente a Gaza con centinaia di morti. «Stiamo assistendo alla 'tempesta perfetta' per la sanità pubblica - e le vite dei bambini ne saranno l'inevitabile costo. Se prima di quest'ultima escalation, il sistema sanitario era sull'orlo del collasso, ora è al punto di rottura. Negare ai bambini l'accesso alle cure mediche salvavita è una violazione della più elementare responsabilità, quella di proteggere i malati e di garantire l'assistenza medica. È imperativo che le strutture sanitarie siano risparmiate dalla violenza».