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Cronaca / Porcia

Ragazzo ucciso a Porcia, il pm chiede il giudizio immediato per la soldatessa americana

La donna si era messa al volante  con un tasso alcolemico di 2,09  grammi per litro, quattro volte il limite consentito dalla legge

La procura di Pordenone sta terminando l’ultima fase delle indagini legate al caso di Giovanni Zanier, 15enne investito e ucciso a Porcia da una soldatessa statunitense di 20 anni, Julia Bravo. Il pm Andrea Del Missier, secondo quanto riportato dal Messaggero Veneto, avrebbe chiesto il giudizio immediato nei confronti della donna che il 21 agosto alle 2:30 aveva causato la morte del giovane a Porcia, in via Roveredo. Il tribunale si è servito delle competenze di due consulenti tecnici, l’ingegner Pierluigi Zamuner e la dott. ssa Michela Frustaci per quanto riguarda le dinamiche dello schianto e il tasso alcolemico della ragazza. 


Le dinamiche

Su quest’ultimo punto, come già era emerso nelle scorse settimane, Julia Bravo è risultata positiva all’alcoltest con un livello di concentrazione di alcol nel sangue  di 2,09 grammi per litro, quattro volte il limite consentito. Col tempo si è invece cercato di ricostruire nel dettaglio i fatti che si sono susseguiti a Sant’Antonio di Porcia dopo le 2 di notte. Dalle perizie risulta che la soldatessa non ha rispettato le norme del codice della strada a cominciare dal limite di velocità fissato a 50 chilometri orari. Non solo aveva superato la soglia toccando i 65 km/h, ma nel momento in cui si era trovata davanti alla rotonda avrebbe spinto l’acceleratore perdendo il controllo della macchina. La vettura avrebbe poi urtato contro la barriera che divide la strada dalla pista ciclabile, colpendo in modo violento il ragazzo.

Il processo

Secondo le informazioni riportate dal giornale, la prima udienza fissata dal gip Monica Biasutti è prevista per il 7 marzo, ma la difesa starebbe pensando a varie opzioni come il patteggiamento o il rito abbreviato che porterebbe a una riduzione di un terzo della pena. 

Julia Bravo dovrebbe essere comunque giudicata in Italia dal momento che il reato è stato compiuto quando non si trovava in servizio. Nel caso di una richiesta di un processo negli Stati Uniti, le autorità americane, afferma il Procuratore della repubblica di Pordenone Raffaele Tito al Corriere della Sera, devono inoltrare una specifica domanda «al ministero della Giustizia italiano, come prevede un trattato della Nato del 1955».

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