Il sit-in dei migranti in prefettura: sono 60 i senzatetto in città
Nuova emergenza con l'ultima ondata di arrivi dalla rotta balcanica
Da mesi dormono in strada, in attesa di essere inseriti in un programma di accoglienza. Sono una sessantina ormai i migranti senza una sistemazione che si trovano in città, in attesa di avere un appuntamento per avviare l'iter per la richiesta di asilo.
Vengono principalmente da Pakistan e Afghanistan. Sono arrivati qui attraverso l'ormai famosa "rotta balcanica", inseguendo il sogno di una vita migliore.
Un sogno che oggi sembra lontano, per questi uomini, giovani e meno giovani, che si ritrovano in Europa, ma in una condizione di senzatetto.
Per questo hanno protestato, accompagnati dai volontari di Rete solidale e dalla Cgil, davanti alla prefettura di Pordenone, e hanno ottenuto un incontro con il prefetto Domenico Lione (di cui poche ore dopo è stato annunciato il trasferimento a Udine).
Chiedono, intanto, di poter avere un tetto sulla testa e un posto dove lavarsi. La situazione al momento è più che precaria: dormono nei parchi della città, si lavano nei bagni pubblici, sempre nei parchi. Le loro coperte vengono buttate. Hanno difficoltà a trovare cibo, affidandosi ai pordenonesi che hanno deciso di non girarsi dall'altra parte.
Le difficoltà burocratiche sono molte. Lunga l'attesa per poter accedere agli uffici della questura, e poi il secondo step, quello di ottenere un appuntamento per valutare l'inserimento in un programma di accoglienza. Si parla di almeno tre mesi.
Lione, che ha incontrato una delegazione dei migranti, ha chiesto di attendere un mese: le autorità sono al lavoro per trovare delle nuove sistemazioni e far fronte all'emergenza. Si parla di circa 100 posti, che potranno dare un'accoglienza di base a chi arriva, garantendo quantomeno i servizi primari e delle condizioni igieniche decorose.