Nuovo inceneritore a Spilimbergo: «Convocare subito una commissione ambiente»
Il comitato No Inceneritore risponde alle dichiarazioni della politica in merito alle difficoltà di effettuare uno studio epidemiologico in tempo utile. ha stilato tre
Non si placa lo scontro sul futuro inceneritore a Spilimbergo. Dopo la Commissione Sanità che si è tenuta lo scorso 29 giugno al Comune di Spilimbergo in presenza del sindaco Enrico Sarcinelli, il comitato No Inceneritore chiede di istituire subito una commissione ambiente e sanità entro la metà di luglio nonostante le rassicurazioni iniziali del sindaco Enrico Sarcinelli sulla possibilità di un confronto con la cittadinanza prima della decisione definitiva.
Il gruppo non nasconde lo stupore dopo che si è svolto all’auditorium della Regione un incontro «non aperto al pubblico a porte chiuse a cui la popolazione e il coordinamento No inceneritore non sono stati invitati».
Ma a colpire i rappresentanti del comitato non è stata tanto la forma, quanto le ultime dichiarazioni rilasciate dagli esponenti politici. La prima accusa viene rivolta al primo cittadino di Spilimbergo che, sebbene abbia condiviso le preoccupazioni dei residenti, ha dichiarato che sull’inceneritore «la risposta dev’essere oggettiva, non emotiva».
«Come Comitato ribadiamo che la risposta dev’essere politica ancora prima che oggettiva. In 25 anni di incenerimento di Rifiuti Speciali Pericolosi nello Spilimberghese ci si è affidati a tutto tranne che all’oggettività: durante un quarto di secolo nessuno studio epidemiologico, biomonitoraggi successivi di approfondimento, mai condotti, nonostante le evidenze di contaminazione da mercurio rese note dall'Università di Trieste».
Le risposte a Scoccimarro
Lo stesso assessore alla difesa dell'ambiente della Giunta Fedriga ha inoltre condiviso le perplessità sul progetto ma ha allo stesso tempo dichiarato che affermando «un impianto nuovo potrà essere meno inquinante di quello esistente». Un’affermazione che secondo il comitato non ha alcun fondamento scientifico dato che «è impossibile che un impianto che vedrebbe il triplo di Rifiuti Speciali Pericolosi bruciati, rispetto alle 25.000 tonnellate dell’esistente, vada ad emettere meno inquinanti nell’aria che respiriamo».
Il direttore del servizio di disciplina di gestione dei rifiuti e dei siti inquinanti della Regione ha infine «precisato che lo studio epidemiologico richiede tempi lunghi e non compatibili con quelli dell’iter autorizzativo, che si concluderà prima. Lo studio si sarebbe dovuto fare quattro anni fa». Il che, secondo il gruppo contrario al termovalorizzatore, significa che «l’iter che autorizzerà o meno una nuova importante fonte di tossicità per il territorio si compirà senza aspettare la fine dello studio epidemiologico».
Le richieste richieste alle istituzioni
Il comitato No Inceneritore ha dunque stilato tre richieste per ogni soggetto politico. Al sindaco chiedono di:
- Convocare una commissione ambiente e sanità congiunta entro la metà di luglio;
- Accogliere la richiesta di rendere pubbliche, le informazioni fondamentali relative al nuovo progetto presentato in Regione, compresa la richiesta di deroga;
- Accettare un'indagine dell’associazione a difesa dei consumatori in modo da accertare quale sia l’effettiva qualità dell’aria nel territorio comunale a inceneritore spento, con particolare attenzione agli inquinanti normalmente emessi dall’impianto;
- Comunicare entro una settimana la data dell’incontro annunciato dalla stessa amministrazione comunale tra la popolazione, le istituzioni coinvolte e l’azienda sanitaria
Per quanto riguarda invece la Regione l’invito è di sospendere l’iter autorizzativo fino a che lo studio epidemiologico proposto dal direttore del Dipartimento di Prevenzione Lucio Bomben non sia ultimato.