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Il report

Pedopornografia online e reati contro il patrimonio, il bilancio della polizia postale in Friuli

Dalle operazioni svolte nel corso del 2022 emerge una lieve diminuzione dei casi di criminalità informatica. Una tendenza che non ha però impedito le attività di contrasto anche in Regione

Ci sono operazioni che passano sotto traccia se si paragonano alle attività di contrasto che la polizia compie nel corso dell’anno. Movimenti apparentemente incisivi ma che scorrono lungo il flusso delle ricerche in rete, oggi più che mai al centro dell’attenzione delle forze dell’ordine. La polizia postale, infatti, nel 2022 si è occupata di prevenire e contrastare la pedopornografia online. E non solo quella, dal momento che sono emersi casi di reati di natura finanziaria (financial cybercrime) e di minacce eversivo-terroristiche, riconducibili sia a forme di fondamentalismo religioso che a forme di estremismo politico ideologico. 

I dati in Friuli

In tutto questo nel Friuli Venezia Giulia (compresa Pordenone) sono stati intercettati diversi soggetti che hanno commesso illeciti online. 90 individui sono stati denunciati per pedopornografia e adescamento on line (46); sostituzioni di persona, revenge porn, hate speech, minacce, molestie, stalking e diffamazioni on line  (44). 123 sono stati invece accusati di frodi informatiche (17), truffe on line (86), furto, estorsione e appropriazione indebita (13) accessi abusivi e attacchi a sistemi informatici (7). In quel periodo quattro persone sono state poi arrestate (1 per pedopornografia on line e 3 per truffa) e denunciate all’autorità giudiziaria.

Reati contro la persona e i minori

I numeri parlano chiaro: la polizia postale si è attivata per contenere l’attività criminale in rete con un occhio di riguardo verso i reati a danno dei minori. Secondo i dati emersi c’è stata una lieve diminuzione dei casi trattati. Una flessione riscontrata anche in riferimento alle segnalazioni provenienti da organismi internazionali. Probabilmente la fine dell’emergenza sanitaria e l’allentamento delle restrizioni hanno contribuito a ridurre la circolazione globale di materiale pedopornografico su circuiti internazionali. Eppure non ha influito sulle attività di contrasto della polizia postale che ha portato a un aumento dei soggetti individuati e denunciati per violazioni connesse ad abusi in danno di minori.

Tra le operazioni da segnalare sotto questo aspetto è “Revelatum”. Un intervento che si è concluso con 72 indagati per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico a livello nazionale, di cui tre in provincia di Gorizia e Pordenone. Un indagine, frutto della sinergia dei dipartimenti della Puglia e del Friuli Venezia Giulia, che è partita dall’analisi delle tracce informatiche collegate a un cloud della piattaforma di file hosting “Mega.nz”.

Continua a preoccupare il lento incremento dei casi relativi a bambini adescati di età inferiore ai 9 anni, così come sono da segnalare i dieci casi di sextortion (estorsione sessuale utilizzato da criminali per ricattare persone trovate su internet) nella fascia 14-17 anni.

Reati contro il patrimonio 

Un altro fenomeno su cui è necessario porre maggiore attenzione è quello legato ai reati contro il patrimonio. Il financial cybercrime, sostengono i responsabili delle forze dell’ordine, rappresenta un bacino molto remunerativo ed appetibile  per molte organizzazioni criminali. Uno strumento per finanziare le proprie attività illecite attraverso le più sofisticate tecniche di social engineering. Tra queste c’è, per esempio, lo strumento dei money mules. Tradotto, i muli dei soldi sono coloro che in maniera involontaria diventano dei prestanome per il riciclaggio del denaro usando il proprio conto corrente in cambio di una remunerazione. 

Altro tema sono poi le Criptovalute. E non si parla solo della moneta virtuale in sé, ma anche degli investimenti che si sono poi rivelati delle proprie truffe. Pordenone è stata al centro proprio l’anno scorso dell’operazione Dream Earnings, l’indagine condotta dalla Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia e della Squadra Mobile di Pordenone con il coordinamento della Procura della Repubblica di Pordenone. Il lavoro, anche grazie alla collaborazione con la procura di Tirana, ha portato alla scoperta di un’organizzazione dedita alle truffe perpetrate per mezzo del falso trading online. 

Promettevano facili guadagni via telefono, ma era una truffa: tre arresti e due call center sotto sequestro
 

E non è stata l’unica, vista anche l’operazione “Genova” avviata dalla Polizia Postale ligure che ha portato alla denuncia di 11 persone responsabili di una serie di truffe. Il gruppo criminale utilizzava dei "telefonisti" per agganciare le vittime direttamente dalle proprie abitazioni in Veneto e Friuli Venezia Giulia, fingendosi interessati all’acquisto di oggetti in vendita sui marketplace dell’usato. I soggetti venivano dunque mandate verso uno sportello automatico per ricevere istantaneamente l’accredito della somma concordata. In realtà il malvivente forniva tutta una serie di istruzioni e codici, grazie ai quali, invece di ricevere il pagamento sul proprio conto, le persone effettuavano una ricarica a una carta di pagamento a disposizione dei criminali. Tra le persone denunciate c’erano quattro residenti nella provincia di Pordenone.

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