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Giovedì, 8 Giugno 2023
Cronaca / San Giorgio della Richinvelda

Rubate e distrutte le statue della Madonna, il sindaco: «Un atto grave e vergognoso»

Gli episodi si sono verificati nella frazione di Grava e lungo la strada che porta al cimitero di San Giorgio della Richinvelda

«Vandalismo grave e vergognoso ad Aurava». Comincia così il post del sindaco di San Giorgio della Richinvelda Michele Leon. Nella notte di sabato 6 maggio si sono verificati due episodi spiacevoli nella frazione di Grava e lungo la strada che porta al cimitero, nei pressi di via San Lorenzo. Le statue della Madonna sono state distrutte dopo essere state rubate dalla loro postazione originaria. «È un gesto inaccettabile e ingiustificabile, che danneggia non solo un simbolo importante per la comunità, ma anche la morale e l'etica di tutti noi», prosegue il primo cittadino pubblicando le foto delle statue in mille pezzi sul marciapiede. 

Non è stato l’unico episodio segnalato nel fine settimana. Sempre a San Giorgio della Richinvelda, nella frazione di Grava, è stato riscontrato un caso simile. La statua in quel momento si trovava in una piccola grotta che era stata lavorata su una pietra. La sola differenza con il fatto di Aurava è che l’oggetto non è stato ancora ritrovato.

«È importante che la comunità si unisca per condannare fermamente questo comportamento e per lavorare insieme per proteggere e preservare la nostra eredità culturale e religiosa», continua il sindaco cercando in qualche modo di smorzare i toni dopo quanto è accaduto. «È importante non farsi guidare dall'ira e dalla vendetta si deve cercare di capire le ragioni che possono aver spinto l'autore o gli autori di questo gesto. Ciò non giustifica il vandalismo, ma potrebbe aiutare a prevenire futuri episodi simili».

Michele Leon spera in un intervento tempestivo delle forze dell’ordine. «È importante che i responsabili di questo atto vengano individuati e puniti secondo la legge, e che si promuova l'educazione e la sensibilizzazione sul rispetto per la cultura e la religione degli altri. Solo così si potrà costruire una società più civile e giusta per tutti».

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