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Giovedì, 7 Dicembre 2023
Lavoro / Porcia

Video | Sciopero all'Electrolux, l'appello dei sindacati: «Chiediamo sostegno a tutto il settore metalmeccanico»

I lavoratori hanno aderito allo stop di quattro ore presentandosi davanti alla sede della multinazionale svedese

Bandiere, divise di ogni colore, e persino ombrelli viste le temperature estive dei primi di luglio. C’erano davvero tutti allo sciopero nazionale dei metalmeccanici proclamato da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil. Alle 9:15, di fronte allo stabilimento Electrolux di Porcia, centinaia di persone hanno scelto di fermarsi e ad aderire allo stop di quattro ore sostenendo le richieste di sindacati e Rsu. Di fronte alla sede pordenonese non c’erano infatti solo i dipendenti della multinazionale svedese, ma diversi settori in crisi, da quello siderurgico, l'automotive agli elettrodomestici. La gente ascoltava con attenzione le dichiarazioni dei vari rappresentanti che, saliti sul palco, presentavano punto per punto i problemi che stanno toccando le varie aziende del Friuli occidentale.

Sciopero dei metalmeccanici: le foto all'Electrolux

L'intervista a Simonetta Chiarotto (Fiom - Pordenone)
 

Alcuni dipendenti di Electrolux sono cresciuti insieme all’azienda. C’è chi ci lavora da più di vent’anni, condividendo successi e fatiche. Ma in questo momento di positivo c’è ben poco. Le voci di una possibile cessione, smentita dal Governo e dagli esponenti della Regione. Le ore di cassa integrazione ordinaria che termineranno a ottobre. I numeri che non riescono a superare la soglia di sopravvivenza di una sede che potrebbe produrre anche 1 milione di apparecchi ma che per ragioni di mercato è costretta a ridurre i flussi fino alle 650 mila unità.  
 

Non solo Electrolux

Questa crisi non si ferma solo a Porcia. Attorno all’ex Zanussi ci sono aziende che subiscono la frenata delle vendite di lavatrici come il caso della Nidec, in cassa integrazione fino a ottobre. L’impresa, che si occupa di motori e sistemi elettrici industriali che conta circa duecento dipendenti, come ci ha raccontato Barbara è stata costretta a rivedere i progetti futuri a causa della riduzione della produzione di Electrolux. In ballo c’erano altre lavorazioni che potevano portare a una diversificazione del prodotto. Ma tutto è al momento in stand by, aspettando una ripresa delle richieste. Anche loro sono stati costretti ai sussidi. Dodici giorni di cassa in un mese che si fanno sentire sul salario del dipendente.  Ma la situazione poteva ancora peggiorare se l’Electrolux fosse stata acquisita dal gruppo cinese Midea. Se ciò fosse avvenuto, era più che probabile che Nidec avrebbe perso quel mercato, con diverse ripercussioni sul numero di occupati.
 

Stesso discorso per quanto riguarda la componentistica. Anche Rosà Plast, azienda dedicata alla produzione di materie plastiche, come ci spiega Enza (presente anche lei alla manifestazione a Porcia) dal periodo post-covid ha sentito la crisi del mercato manifatturiero spingendo all’utilizzo della cassa integrazione a oltranza. 
Altro tema delicato è l’automotive. Brovedani - società produttrice di componenti meccanici - da inizio 2023 naviga a vista come sostengono alcuni dipendenti e membri della Rsu aziendale. Se da un lato un reparto sembra resistere ai colpi della crisi, l’altro invece sta subendo il calo di richieste con molti lavoratori costretti a stare a casa con il sussidio. Almeno fino al 3 settembre. Poi si vedrà.

Le parole di Claudia Ferri, segretaria nazionale della Fiom
 

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