Elisoccorso in montagna: «Uso sbagliato, illecito e costoso»
Protesta Damjan Nacini, segretario regionale del sindacato autonomo dei Vigili del fuoco. «Il soccorso pubblico è in capo esclusivamente al Ministero dell’Interno, attraverso i Vigili del fuoco, e le Regioni non posseggono competenze istituzionali di alcun tipo nel campo specifico»
L'impiego di risorse economiche pubbliche per interventi sanitari non urgenti in montagna torna a essere tema caldo. Come ogni estate, infatti, anche quest'anno si sono susseguiti episodi in cui è stato utilizzato l'elicottero del servizio sanitario regionale "per interventi di soccorso che di sanitario non hanno nulla". Questo dichiara il segretario regionale del sindacato autonomo dei Vigili del fuoco Damjan Nacini che sottolinea come "in Friuli Venezia Giulia manchi una normativa che determini esattamente i costi di compartecipazione nei casi di soccorsi effettuati con i velivoli privati che lavorano per il Servizio Sanitario regionale, in cui risulti che i cittadini non abbiano bisogno di cure mediche". Quello che il sindacalista si chiede è se la compartecipazione dei cittadini ai costi legati ai soccorsi operati in montagna con gli elicotteri sanitari sia davvero giusta.
Come funziona
Tutto parte dalla gestione della chiamata di soccorso: in Friuli Venezia Giulia nel maggio 2017 è entrato in funzione il numero unico che risponde e gestisce tutte le chiamate di soccorso delle quattro province. L’attività è regolamentata da un disciplinare tecnico operativo che determina, in base alla tipologia di intervento, l’ente o gli enti preposti a intervenire. Se gli operatori ricevono una chiamata di soccorso per un problema di tipo sanitario sanno che quella telefonata andrà smistata al servizio sanitario (ex 118). Diversamente una richiesta per un soccorso tecnico urgente, come ad esempio il recupero di persone che non presentano problema sanitari, dovrebbe essere inoltrata ai Vigili del fuoco. "Ma il condizionale è d’obbligo perché, purtroppo, in questa regione ci viene segnalato che il passaggio così come descritto non avviene sempre e, in moltissimi casi, viene effettuato, in aperto contrasto col disciplinare, allorquando chiamate di competenza dei Vigili del fuoco vengono inoltrate alla Struttura di emergenza sanitaria", spiega Nacini. "A questo punto ci si aspetterebbe che la Struttura di emergenza sanitaria girasse la richiesta di soccorso ai Vigili del fuoco, ma anche ciò pare non accadere, mentre viene inviato un elicottero sanitario a effettuare un soccorso tecnico che di sanitario non ha nulla". Secondo il segretario regionale del sindacato, questo modus operandi costituisce "una palese violazione delle norme che regolano il soccorso pubblico, in quanto questo è in capo esclusivamente al Ministero dell’Interno – Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e le Regioni non posseggono competenze istituzionali di alcun tipo nel campo specifico".
Spesa pubblica
Oltre alla violazione delle norme, per Nacini si tratta anche di un problema di costi. "Viene generata un’ingente spesa di fondi destinati alla sanità per coprire i costi di un servizio di soccorso non sanitario già pienamente coperto dagli aeromobili di Stato destinati a tale compito, Vigili del Fuoco in primis". Questa sorta di disservizio, si traduce, per il sindacalista, "anche in ritardi negli interventi sanitari veri dato che, al giungere di una necessità sanitaria, se l’elicottero deputato è già impegnato in un intervento non sanitario il tempo di intervento risulterà enormemente maggiore". Durante l'estate, per Nacini, ci sono stati diversi casi in cui l’attribuzione dell’intervento all’ente sbagliato, con la conseguente decisione dell’invio di un elicottero deputato ai servizi sanitari su uno scenario non sanitario, "ha distolto risorse umane e strumentali dal soccorso sanitario e causato un ingiustificato esborso di risorse pubbliche". "Ferma restando la mancanza di senso di responsabilità che molto spesso si nota nel comportamento di turisti e non solo, risulta necessario prendere atto che già esiste un sevizio di soccorso aereo pagato dai contribuenti deputato al soccorso alla ricerca, al recupero di pericolanti e vittime su tutto il nostro territorio ed è quello fornito dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Un servizio altamente specializzato coperto dalle tasse già pagate dai cittadini attivo 365 giorni l’anno fortemente sottoutilizzato a favore dell’uso improprio degli elicotteri privati in convenzione con la regione che sarebbero destinati al soccorso sanitario".
Il secondo elicottero
"In questo quadro, desta stupore la scelta fatta dall’amministrazione regionale di attivare un secondo elicottero sanitario, impiegando ingenti risorse economiche", continua il responsabile sindacale. Il velivolo è utilizzato per trasporti sanitari secondari e trasporti organi. "Ma anche, e questo ci lascia esterrefatti, per interventi che sfuggono del tutto alle competenze regionali, quali ricerca persone disperse e recupero salme e illesi in zone impervie, che è un palese sforamento delle competenze istituzionali della Regione", chiosa Nacini. "L’elicottero in questione che, come dichiarato dal direttore dell'Azienda sanitaria Friuli centrale Denis Caporale, fa lievitare i costi, nonostante la quota di rimborso da parte della protezione civile regionale di 265.700 euro per l’utilizzo promiscuo di questo velivolo". I costi effettivi al primo semestre 2023 si aggirano attorno ai 2,5 milioni euro. "La convenzione posta in essere dalla regione pare che avrà un costo di circa 35.751.000 milioni di euro in cinque anni, con l’esclusione da questa cifra della presenza fissa nell’equipaggio della componente sanitaria. Spontaneo viene da chiedersi la reale necessità di un secondo elicottero e, soprattutto, la motivazione per cui, se necessario, non lo si rende pienamente operativo. Ma ancora, perché se ne prevede l’impiego in ambiti diversi da quello sanitario per i quali la Regione non ha competenza giuridica?", si chiede il segretario.
Le attività di ricerca persone disperse e recupero salme e illesi in zone impervie, secondo quanto dichiara Nacini, non rientrano nelle competenze regionali e "appartengono in via esclusiva alle funzioni esercitate dallo Stato, come stabilito nell’art. 117 della Costituzione". Si tratta di attività di Soccorso pubblico di competenza del Ministero dell’Interno. "Appare veramente paradossale che la Regione utilizzi denaro dei cittadini per creare un doppione di un servizio di soccorso per il quale non ha competenza giuridica". Nacini evidenzia anche che "l’impiego dell’elicottero della Protezione civile regionale in operazioni di soccorso pubblico avviene in aperta violazione della normativa vigente, nella quale le attività di Protezione civile e di Soccorso pubblico sono ben distinte: i due ambiti sono regolamentati da corpus normativi differenti, solo in parte interagenti, nei quali si prevede che l’intervento della Protezione civile in attività di soccorso pubblico possa avvenire esclusivamente a seguito di specifica richiesta dell’amministrazione che coordina le operazioni di soccorso, che è sempre il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco".
L'appello
"Appare necessario che le questioni qui poste vengano perfettamente chiarite dalle autorità competenti, sia per il miglior funzionamento del sistema di soccorso pubblico, tecnico e sanitario, sia per rispetto dei cittadini che pagano le tasse e hanno diritto a sapere come vengono spesi i loro soldi. Auspichiamo una maggiore e fattiva collaborazione con gli organi regionali al fine di instaurare un dialogo costruttivo che porti in breve a una gestione funzionale delle risorse aeree in questa regione", chiede il segretario di Conapo. "A oggi i Vigili del fuoco non operano in sinergia con elicotteri di protezione civile o con quelli sanitari mancando degli accordi nello specifico, nonostante si trovino innumerevoli volte a doversi interfacciare sul campo. Il tutto viene lasciato al caso e alla collaborazione che tutti i soccorritori Vigili del fuoco, sanitari, Protezione civile mettono in campo per la riuscita dell’intervento", chiude.