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Crisi Cimolai: azienda al bivio tra concordato e ricapitalizzazione

L'impresa, dopo investimenti sui derivati non andati a buon fine, si trova esposta per circa 600 milioni e sono coinvolte almeno 15 banche

Si sta aprendo un periodo decisivo per la Cimolai. L’azienda è esposta a livello finanziario per centinaia di milioni di euro e adesso deve trovare la quadra per il forte indebitamento.
La famiglia Cimolai, orfana del fondatore Armando, ha affidato alla banca americana Lazard il compito di cercare una soluzione per rimettere a posto i conti.

Conti che sembrano essere in profondo rosso considerando che, come riporta Il Gazzettino, ci sarebbe un buco di 400 milioni di euro dovuto a investimenti non riusciti in derivati e altri 200 di prestiti con due istituti di credito.

Le ipotesi per il futuro prossimo sarebbero quindi una ricapitalizzazione con la famiglia Cimolai pronta a iniettare 100 milioni di euro, comunque non sufficienti ad appianare la situazione.
Una strada potrebbe essere anche il concordato preventivo, una procedura che con il Tribunale consentirebbe all’azienda di proteggersi da eventuali ingiunzioni da parte dei creditori, considerando che ci sono circa 15 banche con cui Cimolai si è esposta.

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