Electrolux, accordo raggiunto: fino a 72 mila euro per chi lascerà l'azienda

Nessun colpo di scena dopo l’incontro che si è tenuto in queste ore a Saronno tra i vertici di Electrolux e le principali associazioni sindacali. La giornata era per altro molto attesa e non era esclusa infatti la possibilità di una riduzione dei tagli previsti per i lavoratori dipendenti della multinazionale svedese. Ma la notizia è che dal quel primo colloquio avvenuto lo scorso 28 novembre non c’è stata alcuna svolta da parte dell’azienda che ha dunque confermato i 222 esuberi previsti nei prossimi mesi. Di questi 76 riguarderanno la sede di Porcia (36 operai, 40 impiegati), mentre 25 saranno invece i licenziamenti a Susegana, anche se in questo caso non si faranno tagli tra i lavoratori. 

L’aumento dell’inflazione e dei prezzi di produzione sono stati tra i fatti che più hanno inciso sulla riorganizzazione interna di Electrolux. L’approvvigionamento delle materie prime, il costo dell’energia e il contesto geopolitico in cui si trova l’Europa hanno determinato una riduzione dell’acquisto dei prodotti, costringendo la società a prendere provvedimenti e ad attuare un nuovo programma così da mantenere intatto l’assetto produttivo in Italia. L’intesa raggiunta oggi avrà validità fino alla fine del 2023 in modo da consentire ai dipendenti di essere ricollocati o accompagnati alla pensione. Come già scritto in precedenza, i licenziamenti saranno su base volontaria e prevedranno degli incentivi per un massimo di 72 mila euro che possono variare con il passare del tempo. In passato la cifra aveva raggiunto i 100 mila euro pro capite, e tra le varie misure messe in campo dall’impresa c’era anche un supporto per ogni lavoratore che voleva avviare un’attività. 

Il prossimo incontro tra le parti sarà previsto per il mese di settembre, con la possibilità di un secondo colloquio in programma nel mese di dicembre per un bilancio complessivo sul piano degli esuberi.