La Rosada e l’Ardilùt, gli anni friulani di Pasolini raccontati in un documentario
Si terrà lunedì 17 luglio alle 21:15 nell’antico frutteto di Palazzo Burovich la proiezione del documentario La Rosada e l’Ardilùt. Il film, girato in Friuli dall’artista pordenonese Roberta Cortella, rientra nella rassegna Cinema Estate organizzata dalla Pro Casarsa in collaborazione con il Comune. Un evento speciale dedicato al poeta e regista italiano che celebra gli anni friulani dell'artista in particolare il suo periodo nel paese natio della madre Susanna Colussi.
Nel corso dell'appuntamento (a ingresso gratuito) interverranno il "Nini" Bertolin, allievo dello stesso Pasolini e ultimo testimone di quello straordinario periodo e la regista friulana autrice del documentario. «Siamo felici di poter proiettare - ha commentato Antonio Tesolin, presidente della Pro Casarsa - questo interessante documentario voluto e finanziato dall'Ente Friuli nel mondo, che racconta proprio il periodo casarsese di Pasolini, che ricordiamo essere uno dei momenti più intensi della sua vita. Inoltre sarà emozionante ripercorrere quegli anni direttamente dalla voce del "Nini" Bertolin, originario di Versutta ultimo testimone di quegli anni pasoliniani e suo allievo. Una serata da non perdere per scoprire ancora qualche aspetto non conosciuto della personalità poliedrica e così ricca di sfumature di Pasolini».
Il documentario
Il film racconta il periodo trascorso dal poeta a Casarsa, paese natale della madre Susanna. Sono gli anni di formazione culturale e poetica di Pasolini, quando scopre il friulano come lingua poetica pura e apre una scuola per i figli dei contadini nel borgo di Versutta, mentre intorno c’era solo guerra e disperazione e la scuola pubblica era chiusa. Infatti il titolo del film, realizzato da Terra Srl con il sostegno dell’Ente Friuli nel Mondo e della Regione, allude proprio alle parole friulane “rosada” ovvero in italiano “rugiada”, parola che con la sua sonorità antica affascina il giovane Pier Paolo Pasolini riportandolo ai poeti provenzali studiati all’università, a un’epoca mitica, all’albore delle lingue romanze. Mentre “Ardilut” cioè il cespo di valeriana, è il simbolo di quell’Academiuta di lenga furlana che Pasolini fonda nel 1945 assieme a un gruppo di amici. Fra gli altri membri (Cesare Bortotto, Riccardo Castellani, il cugino poeta Nico Naldini) c'erano anche i pittori sanvitesi Federico De Rocco e Virgilio Tramontin e la violinista slovena Pina Kalc. La parola ’”ardilut” rappresenta, invece, l’emblema di una lingua antica radicata nella terra. Una pianta che, come il friulano, pur nella sua rusticità, da sempre nutre un popolo. Infatti, motto dell’Academiuta è “O cristian furlanut plen di veça salut” ovvero "O cristiano piccolo friulano, pieno di antica salute".
La regista
Roberta Cortella, nata nel 1968, è originaria di Montereale Valcellina. Nel 1997 si è laureata in Lingue e letterature straniere all'Università di Udine con una tesi in lingua e letteratura friulana sulle radici poetiche e culturali di Pier Paolo Pasolini. Nel 1999 si trasferisce a Roma dove inizia a lavorare per diverse società di produzione in qualità di assistente alla regia. Grazie alla passione per lo storytelling, comincia presto a lavorare come sceneggiatrice e a sviluppare soggetti propri di documentari e docu-serie di cui segue spesso anche la regia. I suoi lavori vengono trasmessi da broadcaster italiani e stranieri . Nel 2005 il suo soggetto "Living in a perfect word" viene selezionato da National Geographic Channel International per la serie "No Borders".