A Maniago l'Accademia Arrigoni porta violoncello e pianoforte
Prende il via “Una banca in musica. Itinerario musicale di Friulovest Banca & Accademia Arrigoni”. La prima tappa si terrà venerdì 31 marzo alle ore 20.45 al Teatro Comunale “Verdi” di Maniago. I protagonisti saranno Enrico Bronzi al violoncello – tra i migliori interpreti a livello europeo, oltre che direttore d’orchestra e operatore culturale ad ampio raggio; e la pluripremiata solista e apprezzata didatta Francesca Sperandeo al pianoforte.
In programma alcuni capolavori assoluti della letteratura per i due strumenti: la celeberrima Sonata in la minore “Arpeggione” di Franz Schubert, l’affascinante e “notturna” Sonata n.1 in re minore di Claude Debussy e il capolavoro di forma e innovazione della Sonata in re minore per violoncello e pianoforte di Dmitrij Šostakovi?. Il concerto è a ingresso libero.
La rassegna, fortemente voluta da Friulovest Banca, che ha scelto di avere al suo fianco l’esperienza e la curatela artistica di Accademia d’Archi Arrigoni di San Vito al Tagliamento, nasce da un virtuoso incontro tra l’istituto di credito e l’Associazione, che insieme hanno deciso di proporre al proprio territorio di riferimento un itinerario di appuntamenti musicali di alto livello: un percorso inedito, un unicum in regione, per condividere con la comunità nuovi spunti di crescita culturale.
IL PROGRAMMA DELLA SERATA
La serata esordisce con la Sonata in la minore per violoncello e pianoforte, detta “Arpeggione” poiché era originariamente concepita per l’omonimo strumento a sei corde (noto anche come chitarra-violoncello, chitarra d’amore o chitarra ad arco), affascinante pagina schubertiana che risale al 1824, anno decisivo della carriera musicale del compositore. Rimasta a lungo manoscritta, la sonata venne editata soltanto nel 1971, quando l’Arpeggione era ormai da 40 anni in disuso. Per questo motivo l’editore Gotthard ne dovette trascrivere la parte per violino e violoncello. Il fascino sottile della sonata risiede nella soffusa malinconia, che attraversa tutti e tre i movimenti – ripartizione tipica della composizione classica –, improntati a una linea schiettamente melodica e di estrema eleganza.
La Sonata n.1 in re minore per violoncello e pianoforte è una composizione tarda, scritta da Debussy in poco più di un mese, durante gli ultimi anni della sua vita, già segnati dalla malattia. Il musicista, all’inizio, aveva intenzione di darle un titolo carico di simbolismo, “Pierrot faché avec la lune” (“Pierrot infastidito con la luna”), ma poi decise di affidarsi solamente ai valori del discorso sonoro, limitandosi a scrivere, in calce al manoscritto, “Que le pianiste n’oublie jamais qu’il ne faut pas lutter contre le violoncelle, mais l’accompagner” (“Che il pianista non dimentichi mai che non deve lottare contro il violoncello, ma accompagnarlo”). Caratterizzata dalla sobrietà dell’ultimo Debussy e dai suoi valori di sicura architettura e di rigoroso impianto, la sonata si mantiene tutta in un’aura notturna dal colore armonico evanescente e “lunare”.
Seppur collocata dopo la repressione delle avanguardie musicali da parte del regime russo e la conseguente ritrattazione da parte di Šostakovi? delle precedenti scelte artistiche che l’ha portato ad un ritorno a forme più tradizionali, la Sonata in re minore per violoncello e pianoforte contiene al suo interno una tensione e una complessità tematica che si distacca dal più antico sonatismo di marca romantica, mediante un processo di singolare montaggio delle immagini sonore. La composizione è affascinante perché evidenzia il travaglio formativo dell’autore, la soggiacenza a diverse influenze e insieme un preciso e inequivocabile tratto personale. Lo spartito, scritto fra l’agosto e il settembre del 1934, venne dedicato al violoncellista Viktor Kubatskij, che ne fu il primo interprete insieme all’autore, nel Natale dello stesso anno.