Si è tenuta ieri al Teatro Verdi la serata d’aperura della 41esima edizione delle Giornate del Cinema Muto con un ospite d’eccezione del cinema americano. John Landis, autore di film come The Blues Brothers e Animal House, si è presentato alla proiezione accompagnato dalla moglie Deborah Nadoolman Landis che nei prossimi giorni terrà una conferenza sui costumi di scena nel cinema muto insieme a Michelle Tolini Finamore. 

L’occasione è la proiezione di uno dei cult della storia del cinema, The Unknown di Tod Browning, considerato uno dei padri dell’horror grazie a dei titoli rimasti nella storia del cinema come Freaks e Dracula. Lo stesso John Landis nel corso della sua carriera cinematografica ha scelto di addentrarsi verso la strada dell’horror con altrettanti capolavori che tutto il pubblico ha saputo apprezzare come Un lupo mannaro americano a Londra. Ed è straordinario vedere come questi percorsi ad un certo punto si intersecano in questa serata capace di mettere insieme i due lati (passato e presente) della settima arte.   

Il programma di domenica

Proseguono le retrospettive dedicate a Norma Talmadge e quella sui film ambientati in Ruritania già cominciata nella giornata di sabato. Nel primo caso oggi alle 9 si sono tenute le proiezioni di 3 corti della Vitagraph e Ghosts Of Yesterday per la regia di Charles Miller, mentre per quanto riguarda la retrospettiva Ruritania, alle 11:45 c’è stata la presentazione de Il prigioniero di Zenda del 1913 con la regia di Edwin S.Porter, e Cerimonie a Banjica, Il passaggio dalle vecchie alle nuove bandiere. 

Seguirà alle 14:30 A colpi di note con gli studenti della scuola secondaria di primo grado Pier Paolo Pasolini di Pordenone e del liceo musicale “Guglielmo Marconi” di Conegliano, che si esibiranno in occasione di Kri Kri Detective (1912), Kri Kri ha perduto il cappello (1913), Robinet aviatore (1911) e Fra i due litiganti (1917).

Alle 21 sarà invece il turno di Nanook Of The North (Nanouk l'esquimese, 1922) di Robert Flaherty, il film d’esordio del regista ritenuto il primo esempio di documentario cinematografico. La partitura è stata realizzata per l’occasione da Gabriel Thibaudeau che non solo ha preso ispirazione dai suoni della natura, ma ha utilizzato anche il canto gutturale di due artisti Inuit, Nina Segalowitz e Lydia Enok.