La notizia della sospensione della radioterapia all’ospedale di Pordenone a causa di un macchinario vecchio e obsoleto ha provocato non poche reazioni da parte della politica. Gli esponenti del Movimento 5 stelle sono stati tra i primi a denunciare «l'ennesimo colpo mortale alla sanità pordenonese» come afferma il capogruppo regionale Mauro Capozzella. Un’accusa che riprende quella celebre espressione usata all’epoca dall’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte (ora leader del gruppo pentastellato) durante la gestione della pandemia.  «Il rischio di chiusura della radioterapia - continua il politico - ha nomi e cognomi: Riccardo Riccardi assessore regionale alla Sanità e una lunga serie di complici, fra i quali il leghista Ivo Moras presidente della commissione Sanità, Mara Piccin di Forza Italia come l’assessore regionale e Alessandro Basso di Fratelli d'Italia che ha recentemente preso le distanze dall’operato della propria maggioranza, ma troppo tardivamente ed in maniera vaga e maldestra». 

Ospedale, da febbraio stop alla radioterapia: il macchinario è troppo vecchio

«Il centrodestra tanto si vanta delle risorse investite nella sanità in questi anni,  - prosegue Mauro Capozzella - ma la gestione della sanità dell’accoppiata Fedriga-Riccardi in Friuli Venezia Giulia è stata un vero fallimento. A parlare sono i dati di numerosi report: ultima regione per spesa pro capite sulla prevenzione (Agenas 2021); prima regione per mortalità da Covid (Istat 2021); seconda regione per riduzione dell’aspettativa di vita (Studio Ambrosetti 2019-2021); peggiore regione d’Italia sui tempi della chirurgia per tumore e per riduzione dei volumi di chirurgia retto-colon, prima regione per obsolescenza tecnologica e per fuga di pazienti verso altre regioni (“Bersaglio” Scuola Sant’Anna di Pisa 2021)».