La giunta come una escape room, assessori in fuga
Con le dimissioni di Monica Cairoli, in cinque su otto hanno lasciato la carica in meno di due anni
Le porte girevoli del Comune di Pordenone corrono velocissime. Le ultime elezioni si sono tenute il 2 ottobre 2021, e in meno di due anni si sono già dimessi cinque assessori. Se non è record poco ci manca. I motivi sono vari, dall'ambizione personale ai motivi professionali, arrivando all'incompatibilità nella linea politica. Nell'ordine se ne sono andati Samantha Miot, Emanuele Loperfido, Cristina Amirante, Andrea Cabibbo e Monica Cairoli.
La prima ha lasciato l'incarico dopo otto mesi, per motivi personali, a luglio del 2022. In quota Lega, è stata la più votata della sua lista con 224 preferenze e Ciriani le aveva dato le deleghe ad Attività produttive e Turismo. Sostituirla non è stata una passeggiata e dopo diversi sondaggi non andati a buon fine la scelta è caduta su Morena Cristofori, anche lei in quota Lega, che alle elezioni aveva raccolto 18 preferenze.
La destra dà, la destra toglie
Il vento di destra che ha portato al governo Giorgia Meloni con un risultato eccezionale per Fratelli d'Italia ha portato via anche una colonna della giunta Ciriani. Il vicesindaco Emanuele Loperfido, con deleghe a Commercio, Polizia locale, Protezione civile, è stato eletto deputato e ha salutato per impegnarsi a Roma. Qui Ciriani ha dovuto calcare la mano, e ha assegnato deleghe pesanti a Elena Ceolin, fedelissima del sindaco e affidabile, ma sempre dietro le quinte. Il primo cittadino aveva però bisogno di sicurezze e per questo ha voluto lei. E così vicesidanco è diventato un altro fedelissimo di Ciriani, l'assessore alla Cultura Alberto Parigi, già suo portavoce e figlio del padre della destra locale Gastone.
Verso Trieste e oltre
Sono arrivate poi le elezioni regionali di aprile 2023. Una schiera di candidati foltissima, ambizione personale forte, in tanti ci hanno provati. Tra questi l'hanno spuntata Cristina Amirante (che alle amministrative pordenonesi aveva fatto il record di preferenze, 884) e Andrea Cabibbo. Il sindaco ha perso così in un colpo gli assessori a Urbanistica, Viabilità, Opere pubbliche. E in un periodo di turbolenze in città, con in ballo il contestatissimo piano di riqualificazione dell'ex fiera e il progetto - ormai fallito - di un parcheggio interrato in piazza del Popolo.
Per Amirante la scalata è stata rapidissima. Al primo giro di giostra è stata nominata assessore regionale alle Infrastrutture, Cabibbo invece da consigliere di maggioranza è sparito dai radar.
Al loro posto sono stati nominati rispettivamente Lidia Diomede e Giuseppe Verdichizzi.
Ultimo taglio a Pordenone
Non si tratta dell'ultimo taglio di alberi, perché saranno abbattuti 53 tigli nel parco dell'ex fiera. È invece un filo quello che l'ex assessore all'Ambiente Monica Cairoli ha voluto troncare. Si è trovata nel tritacarne del progetto ex fiera, partorito dal tandem Ciriani-Amirante a quanto pare nella stanza dei bottoni. Quando è stata nominata la frittata era già fatta e lei, agronomo con una brillante carriera alle spalle e davanti, si è trovata tra il martello e l'incudine.
Logorati i rapporti politici e con la concomitanza dell'elezione nel Consiglio nazionale degli agronomi, si è defilata il giorno prima che la giunta condannasse gli alberi dell'ex fiera.
Casca così il palco sulle competenze che Ciriani richiedeva per un referato importante come quello all'Ambiente. Il successore è il consigliere comunale (anche lui fedelissimo) Mattia Tirelli, divenuto suo malgrado celebre per dichiarazioni negazioniste e con riferimenti all'operato di Dio sul cambiamento climatico. Un biglietto da visita non lusinghiero che il figlio del noto oncologo sarà chiamato a smentire con i fatti da qui al 2027.