Regionali, Salvini non ha dubbi: Fedriga doppierà Moretuzzo
Il vicepresidente del Consiglio risponde alle ultime dichiarazioni del Ministro Ciriani sul rapporto tra Lega e Fratelli d'Italia: «Spostamento di equilibri? Lasciamo prima votare i friulani»
L’unico gesto scaramantico emerge sul finire dell’intervista. La domanda c'entra poco con la politica. Ma alla fine Matteo Salvini, arrivato a Pordenone per sostenere i candidati alle elezioni regionali della lista Fedriga, si lascia scappare un leggero pronostico sullo scontro tra il Milan e il Napoli in Champions League. «Vinciamo il turno e anche le elezioni in Friuli». Sul primo bisognerà aspettare il 12 aprile, ma per quanto riguarda il secondo punto è assolutamente certo che il presidente uscente Fedriga, anche grazie al supporto delle liste civiche, doppierà il candidato del centro sinistra Moretuzzo. E sulle ultime dichiarazioni del Ministro Ciriani sul rapporto tra Lega e Fratelli d’Italia è stato categorico: «Spostamento di equilibri? Lasciamo prima votare i friulani e poi si discute».
Per l’occasione il Ministro delle infrastrutture ha visitato l’area dell’ex Birrificio accompagnato dal sindaco Alessandro Ciriani, da alcuni esponenti della Giunta e dal dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Pordenone. Insieme a loro anche i parlamentari pordenonesi eletti a Roma: Marco Dreosto ed Emanuele Loperfido. Sul finire dell’incontro ha risposto ad alcune domande dei giornalisti, spiegando il lavoro compiuto fino ad ora con l’obiettivo di sbloccare i lavori e i cantieri grazie anche al nuovo codice per gli appalti, che spera di presentarlo martedì al prossimo Consiglio dei Ministri. Ho parlato con Giorgia Meloni questa mattina, afferma Salvini - Noi vogliamo spendere tutti soldi a disposizione dal PNRR, ma se i costi delle materie prime e si fa fatica a trovare ingegneri non è solo un problema italiano, ma anche europeo».
Salvini ha inoltre affrontato il del tema dell’immigrazione: Vediamo se l’Europa passa finalmente dalle parole ai fatti. Perché Lampedusa, Cutro, Trieste, o il Brennero non sono solo frontiere nazionali, ma di tutta Europa. Non possiamo quindi essere lasciati da soli ad accogliere centinaia di migliaia di persone. Occorre inoltre intervenire sull’altra sponda del Mediterraneo in Africa per gestire e limitare i flussi».
