Termovalorizzatore, «lo facciano a Sacile o Fiume Veneto»
La consigliera del Movimento 5 Stelle Mara Turani attacca il sindaco di Pordenne Ciriani e il viceministro all'Ambiente Vannia Gava
Si è scatenata la bagarre politica sull'ipotesi di un nuovo termovalorizzatore in regione. Il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, aveva sottolineato la sua posizione (nota da tempo), durante la presentazione della nuova campagna di sensibilizzazione sulla raccolta differenziata.
Il primo cittadino è favorevole alla creazione di un inceneritore in zona, che sia pubblico e consenta quindi di guadagnare dallo smaltimento dei rifiuti non riciclabili. Ciriani è contrario alla politica Nimby (Not In My Backyard, che tradotto significa: non nel mio giardino) e vederebbe quindi di buon occhio una nuova struttura nel territorio in cui lui stesso vive. Gli ha fatto eco il viceministro all'Ambiente Vannia Gava, che ha portato come esempio il termovalorizzatore di Brescia «dove vengono allevate le api, e che garantisce teleriscaldamento a migliaia di famiglie».
Sul punto è intervenuta Mara Turani, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle: «Siamo stanchi dei politici che parlano bene e razzolano male: visto che la politica del “non nel mio giardino” non funziona, come dice il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani, sorretto dalla viceministra leghista Vannia Gava, diano l’esempio e lo mettano vicino a casa loro. Un bel termovalorizzatore-inceneritore a Fiume Veneto, per esempio, o a Sacile "giardino della Serenissima"per allevare api (come a Brescia) o andare a sciare con i propri figli in inverno, senza spostarsi sui monti veri (come a Copenaghen). Entrambi, così, potranno controllare da vicino l’anello mancante del ciclo dei rifiuti, sperimentare sulla propria pelle la non pericolosità delle emissioni nell’aria di 100 mila tonnellate l’anno di rifiuti e potranno poi spiegare bene ai loro concittadini come i soldi incassati e risparmiati non vadano a finire in cure mediche. I due politici - e non solo loro - ci pare facciano sempre i conti con gli "orti degli altrui". Ci dimostrino quel che dicono costruendolo nel proprio comune, magari vicino a casa loro. Ci dimostrino, cioè, che la politica del soldo non nuoce alla salute pubblica e quindi nemmeno alla loro. Perché finora sentiamo sempre parlare di soldi e autosufficienza impiantistica. E non sentiamo mai parlare di conseguenze. Davvero non ce ne sono?».