Educazione sentimentale, voto in condotta, cosa significa essere genitori e figli: Enrico Galiano a Geo è un successo sui social
L'interessante chiacchierata dell'insegnante e scrittore pordenonese con Sveva Sagramola ha ottenuto migliaia di visualizzazioni
Un successo ottenuto in diretta, che è stato confermato anche sui social. La scorsa settimana Enrico Galiano è stato ospite a Geo da Sveva Sagramola. L'insegnante e scrittore pordenonese è stato invitato per parlare di educazione sentimentale, di cosa significa essere genitori e figli, e del voto in condotta. Gli è stato chiesto qual è il ruolo della famiglia e della scuola e se l'avvento dei social oggi abbia preso un posto a livello educativo e in quale modo può essere gestito. Enrico Galiano, presente da sempre sui social che definisce «un vocabolario per capire chi si ha di fronte», ha fornito risposte decisamente non banali.
«Noi adulti dovremmo farci aiutare dagli adolescenti a parlare dei sentimenti - ha spiazzato in apertura chi pensava il contrario -, perchè loro sono molto più bravi di noi a farlo. Loro ci sembrano fragili e deboli, hanno quel tipo di fragilità che mostrata senza paura è il più grande esempio di forza, forse noi dovremmo imparare da loro a mostrare questa fragilità che troppo spesso nascondiamo sotto il tappeto».
Poi ha proseguito sottolineando aspetti positivi dei social evidenziando come «bisogna stare sempre attenti a non cascare nel pericolo del primo pensiero. Se vai a vedere da più vicino scopri che magari proprio attraverso quei mezzi molti di loro, soprattutto i più introversi, riescono a esprimere sentimenti che fino a poco tempo fa restavano chiusi nella nostra cameretta, non riuscivamo a comunicarli agli altri. Attraverso i social e questi mezzi loro riescono a farsi sentire molto di più».
Enrico Galiano: educazione sentimentale e voto in condotta
«Non trovi che nei ragazzi manchi un'educazione sentimentale, anche ad esempio rispetto al fatto che loro entrano in contatto molto giovani con delle realtà adulte che magari non sono adatte alla loro età, penso all'accesso alla pornografia, che avviene in età precocissima o a un'idea di rappresentazione di rapporti che magari passa attraverso i social o di rappresentazione di se ste stessi che non è poi vera, che non fa parte della vita di relazione. Come si fa in quel caso a aiutarli e guidarli?», gli ha chiesto Sveva Sagramola.
«Io penso che manchi un filtro perchè arriva tutto e quando arriva tutto prendi quello che vuoi, che ti viene, ma non hai qualcuno che ti fa da filtro e che ti permette di salvarti da questa pioggia di informazioni che spesso, come dicevi tu, possono essere informazioni che ti portano sulla strada sbagliata», ha risposto.
«La scuola è uno dei luoghi dove si può fare di più in questo senso. Abbiamo possibilità di salvare vite. Io insegno alle medie, il periodo più delicato, dove hai l'opportunità di regalare a questi ragazzi che non sono mai stati visti da nessuno, non hanno mai ricevuto uno sguardo che ha saputo vedere in loro qualcosa, lo puoi fare lì. Basta una frase per cambiare la vita, a me l'ha cambiata la mia maestra Paola, a 5 anni, che disse a mia mamma che avevo molta fantasia», ha sottolineato.
«Insegno per dare questo cibo in forma di sguardi ai tanti ragazzi e ragazze che magari hanno avuto la stessa storia mia o hanno quella stessa fame lì», dice sottolineando come il suo ultimo libro, 'Geografia di un dolore perfetto', l'abbia fatto arrivare alla comprensione profonda della vocazione per il suo mestiere d'insegnante.
«L'amore dei genitori è strano, è un po' come le stelle. Di giorno uno non le vede, ma possono diventare anche un modo per orientarsi quando ti perdi. A un certo punto si è fatta notte e quella stella ha cominciato a brillare di più», in un significativo commento della sua più recente fatica letteraria che ha al centro il rapporto con il padre.
Da domani, 6 ottobre, su Raiplay sarà disponibile la serie tratta dal primo best-seller di Enrico Galiano "Eppure cadiamo felici", dove viene raccontato anche come gli adulti si siano scordati di aver avuto 16 anni.
Enrico Galiano ha concluso sostenendo che attività come il gruppo musicale della scuola e il teatro sarebbero gli strumenti più efficaci per recuperare gli studenti meno gestibili e sul lungo migliori rispetto ai voti in condotta.