Mauro Corona: «Al Carnevale di Sappada ho trovato uno che era vestito da me, alla fine tutti e due sbronzi non sapevamo chi era quello vero»
L’aneddoto nel suo spazio a Cartabianca dove ha affrontato anche vari temi di attualità
Tantissimi temi, tra serietà e divertimento, affrontati da Mauro Corona nella puntata di Cartabianca andata in onda martedì 14 febbraio. L’alpinista e scrittore di Erto ha inizialmente scherzato sulla Festa degli innamorati con Bianca Berlinguer. «Ho deciso di cercare il buon umore e non fare più risse con lei o casini», «Dobbiamo ancora arrivare alla fine di giugno, chissà se ci arriveremo con questi buoni propositi», ha replicato la conduttrice.
«Prima di parlare di politica o dei 5 stelle o del PD volevo ricordare Elena Fanchini, la campionessa di sci che se ne è andata a soli 37 anni, lasciando dolore e tristezza», ha detto Corona che poi ha voluto salutare Giovanni Feltrin: “Io ho visto nascere lui e il fratello Sergio, perchè il papà Bepo e la mamma Narcisa hanno gestito per 30 anni il rifugio Pordenone, in Val Montanaia e vedevo questi ragazzini crescere e mai più avrei pensato che un giorno Giovanni, riuscisse ad allenare la nazionale azzurra femminile vincendo tutto».
Su San Valentino Mauro Corona dice: «Non l'ho mai festeggiato perchè l'ho sempre reputato una tragedia. La Festa degli innamorati è molto bella, anche il nome ha una certa cadenza, una certa ritmica. Innamorarsi è facile, è imparare a gestire l'amore che è difficile. Amare vuol dire pazienza, tolleranza, non indagine, non il senso del possesso. L'amore non va minato con le domande e con il terzo grado. Per San Valentino ho scolpito gli innamorati del bosco: uno gnomo e una gnoma».
Su Carnevale Corona ha raccontato, invece, un divertente aneddoto: «Un bellissimo Carnevale è quello di Sappada, dove costruiscono le maschere ma orrende, orripilanti. Io posso andare lì senza maschera di legno, perché più brutto di così. L’anno scorso sono andato su, ci sono diversi olimpici medagliati e mi sono trovato di fronte un Mauro Corona, uno che si era mascherato da me, aveva anticipato Crozza, alla fine tutte e due sbronzi non sapevamo chi era quello vero e quello finto», ha scherzato.
Non poteva mancare un suo commento sul Festival di Sanremo, dal caso Blanco al razzismo denunciato da Egonu, soprattutto nella conferenza stampa prima della serata sul palco. «Mia figlia Marianna mi ha tenuto aggiornato sul Festival di Sanremo. Gira che c'è uno che spacca i fiori, poi ho visto anche quelle scene che si baciavano in bocca. Io comunque non sono un puritano fino a quel punto, ma mimavano anche un amplesso, non lo so io».
«L'Italia è un Paese ancora razzista ha detto Paola Egonu, però sta migliorando. Non ha ragione su di un punto, non sta migliorando, sta peggiorando. Io ascolto le voci, sono uno che indaga, ma non perchè io abbia uno spirito poliziesco, io vado nei bar e provoco gli avventori e trovo corrispondenza. Il razzismo c'è e quello più pericoloso è quello latente, della gente che lavora, che fa la giornata in cantiere. La ragazza ha torto su una cosa, che sta migliorando e lo possiamo vedere ovunque, anche sui campi di calcio».
Sul risultato delle elezioni politiche Corona dice: «Io dovevo fare delle scommesse perchè ero sicuro che a Milano avrebbe vinto il centrodestra e anche a Roma, Zingaretti aveva fatto il suo tempo. Le dirò di più, in Friuli ad aprile ci saranno le votazioni per il presidente della Regione che è Fedriga. Vincerà stracciando tutti, perchè come diceva Abraham Yahoshua "la sinistra ha perso il popolo. Se la vedono tra di loro, si sposano tra di loro e parlano male di tutti. Hanno abbandonato la gente che ha bisogno, gli operai, i manovali di terza categoria e sono andati lì a fare gli intellettualini. È inutile andare a fare il segretario nuovo: mi fanno pena».
«Bisogna andare porta a porta dove c'è la povertà, la miseria. Non a "Porta a Porta", il programma di Vespa. Lo sa che sta chiudendo la Safilo di Longarone, 400 operai, solo per strategie dislocative. Il PD dovrebbe essere lì sul fronte e dirvi non vi facciamo chiudere la fabbrica e spostarla, ma vanno a Capalbio. Questi signori devono chiedersi perché uno non va a votare, perché ne ha le balle piene».
Corona tra i fatti d’attualità ha anche commentato il lancio di una bicicletta dai Murazzi di Torino, che ha ferito in modo gravissimo uno studente palermitano di 23 anni. La banda del lancio, poi dopo essere fuggiti, aveva continuato a baciarsi come nulla fosse: «Storia vecchia, come quelli che lanciavano i sassi dal cavalcavia. A questi ragazzi è mancata la famiglia, l'etica di rispetto verso il prossimo che si inizia a spiegare da piccolissimi. Fa orrore che hanno quasi ucciso un ragazzo, che probabilmente resterà menomato a causa della cervicale, c'è da aver paura. Una volta noi quando bevevamo ci mettevamo a cantare, adesso si accoltellano, hanno sparato a un ragazzo senza nemmeno sapere. Io non ho paura per me, non riesco neanche più a divertirmi di una cosa bella sapendo che attorno a me nelle città può succedere una cosa del genere. Le famiglie non insegnano nulla, il vecchio Borges diceva ‘Tutti i bambini sono geniali, finchè non imparano la mediocrità imitando gli adulti’, se vedi il papà che torna infuriato dalla partita di calcio e ha sfasciato mezze tribune, non ci siamo».