«Non ho mai detto di odiare Verga, ma è la scuola che fa odiare la letteratura». Susanna Tamaro negli ultimi giorni ha cercato di chiarire il contenuto della famosa intervista realizzata al Salone del Libro di Torino dove aveva affermato che ci sono testi davvero difficili e brutti e che era giunto il momento di abbandonare la lettura di classici come quello dello scrittore siciliano.

La scrittrice ha quindi puntato il dito sull'insegnamento della letteratura, sostenendo che «è la scuola che fa odiare la letteratura», criticando quell’approccio scolastico che finirebbe per allontanare i giovani dalla lettura.

Con un video su TikTok, ripreso anche sul suo canale Instagram, è arrivata la durissima replica del professor Andrea Maggi. Il docente pordenonese, famoso per il programma tv “Il Collegio” su Rai 2, replica duramente all’autrice di “Va’ dove ti porta il cuore”.

«Adesso vorrei dire una cosa perché non ce la faccio più», ha esordito il professor Maggi nel suo video. Ho pensato due giorni se parlare, non parlare, se dire, o meno. Però adesso basta, anche perché  non ne posso più».

«A proposito della ennesima dichiarazione di Susanna Tamaro che dice che lei non odia Verga, ma che è la scuola che fa odiare la letteratura, io dico questo a Susanna Tamaro e a tutti coloro che parlano come se fossero degli Illuminati. Parlare del lavoro degli altri è facile, in Italia siamo tutti bravi. Siamo tutti arbitri di calcio, calciatori di Serie A e professori. Venire un giorno a scuola e dire le proprie stupidaggini è facile e anche pensare che gli studenti che vi stanno davanti vi stiano ascoltando. In realtà loro stanno semplicemente pensando all’ora che hanno perso, alla fatica che non hanno fatto. Magari vi fanno anche di sì con la testa ma hanno le cuffie nelle orecchie e stanno ascoltando musica, stanno tenendo il ritmo, non vi stanno ascoltando».

«Vi illudete di essere più interessanti degli insegnanti, in realtà non lo siete, siete solo delle persone a cui piace parlarsi addosso, a cui piace dirvi da soli che siete bravi. Provate a venire a scuola 202 giorni all’anno e a rendere interessanti gli argomenti. Provateci. Non ci riuscirete. Ho visto gente scappare dalla scuola, impaurita, spaventata, dicendo qui siete tutti matti. No, noi non siamo matti, siamo tenaci, perché noi crediamo nella cultura e nella letteratura e nonostante tutti gli ostacoli noi andiamo avanti e ci sentiamo dire che la scuola fa odiare la letteratura. Complimenti. Davvero complimenti».