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È morto a 74 anni John Leslie Fultz, campione di basket con un passato in A2 con il Pordenone

In una stagione ha disputato il campionato insieme alla Pallacanestro Pordenone, dopo una lunga carriera passata per la Virtus Bologna

Se n’è andato, o meglio ha spiccato il volo per un ultimo grande canestro, John Leslie Fultz. Leggenda del basket dal look hippy e con la fascetta perennemente fissa nella sua fronte. È stato uno dei volti protagonisti negli anni d’oro della Pallacanestro Pordenone, quando si trovava in A2. Kociss - era questo il soprannome cucito sulla sua casacca - aveva subito un incidente in motorino giugno. Un duro colpo che lo ha poi portato al ricovero all'ospedale Maggiore di Bologna. Da lì non si è saputo più nulla fino all’annuncio della sua scomparsa. Sono infatti le parole del figlio, che ha seguito le orme del padre con una lunga carriera nel campionato italiano, ad esprimere il dolore, ma anche la gioia di aver avuto un campione non solo sul campo, ma anche nella vita.

«Caro Papi, non posso che essere grato di averti avuto come amico, compagno di giochi ma soprattutto padre. Grazie per tutti gli insegnamenti, i bei momenti passati insieme e le tante sfide.  Grazie per avermi scelto e accettato come figlio in questa vita e aver condiviso così tanto con me. La tua dolcezza, il tuo amore e il tuo sorriso saranno sempre parte di me. Mi hai insegnato così tanto. Sei sempre stato e resterai il mio eroe».

E non solo il suo. Nato a Boston nel 1948, si trasferì in Italia verso la fine degli anni 70, dove giocò per numerose squadre di basket che hanno avuto il piacere di averlo come compagno. Prima con l’Ignis Varese, aggiudicandosi una Coppa Intercontinentale; e poi con la Virtus Bologna, firmando record su record.  Nel 1972 diventò il miglior marcatore del campionato italiano, e due anni più tardi vinse la Coppa Italia sotto la guida di coach Dan Peterson. Nel 1978 il passato alla Postalmobili Pordenone dove anche lì riuscì a fare davvero la differenza con 25 presenze e 660 punti. 

Il basket rimase sempre parte della sua vita anche quanto appese le scarpette al chiodo. Basti pensare che nel 1990, nella Pallacanestro Firenze, ebbe l’occasione di allenare un giovane giocatore destinato poi a scrivere la storia dell’Nba: Kobe Bryant. Un assoluto talento, affermò in un’intervista. Ed ebbe ragione. 

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