Tiro alla fune, Le Furie Rosse di Tamai si raccontano: «Il bronzo ai mondiali? Un'emozione»
L'intervista al presidente della società sportiva Cristian Ropele
Quattro titoli italiani. Due Coppe Italia. E ora, un bronzo mondiale in terra svizzera. Per le Furie Rosse di Tamai, squadra di tiro alla fune formata da venticinque atleti tra i 14 e i 38 anni, è stata un'annata da incorniciare vista la fatica e l'impegno che sono serviti per ottenere un simile risultato. Dal 2011, anno della fondazione della società sportiva, hanno cominciato la loro scalata partecipando a tornei locali fino al grande salto dei campionati nazionali. «Quest'anno abbiamo vinto tutti i titoli che c'erano in palio - afferma il presidente Cristian Ropele - E ora anche un terzo posto ai mondiali. Meglio di così non poteva andare».
Quante Furie Rosse erano presenti in Svizzera?
«Avevamo esattamente 14 atleti per le varie categorie. Cinque ragazze e nove ragazzi. Nel corso prime giornate di gara abbiamo gareggiato come singoli club conquistando un ottimo quarto posto nella categoria 560 kg. Dopodiché è stato il turno delle nazionali dove eravamo presenti con cinque Furie su otto: due ragazze e tre ragazzi».
Com'è stato affrontare degli atleti a livello internazionale?
«Un'emozione indescrivibile. Quando vai all'estero e incontri tutte le nazioni è sempre emozionante, soprattutto se vesti la maglia italiana. E arrivare sul podio è stato qualcosa di incredibile considerando da dove eravamo partiti. Avviamo lavorato per tanti anni e questa crescita ci ha consentito di guadagnare un terzo posto che per noi vale oro».
Come ci si prepara a competizioni di questo livello?
«Ci alleniamo da ottobre fino ad agosto. Si varia dai tre ai quattro allenamenti serali a settimana, sempre dopo il turno di lavoro».
Quali sono gli elementi necessari per affrontare una gara?
«Servono forza e strategia. Martina Marson, la nostra preparatrice atletica, ci sta aiutando da tre anni mettendosi in gioco tantissimo. Il tiro alla fune è un mondo tutto da scoprire, e non è così facile a livello fisico comprendere l'allenamento giusto per ciascuno di noi perché entrano in gioco diversi apetti in un match come la resistenza. Dopodiché c'è la parte tecnica dove c'è il nostro coach Verardo Stefano a darci sostegno. Non basta essere solo forti fisicamente ma bisogna anche essere in grado di mettere in campo tutta l'energia nel miglior modo possibile perché ci sono diverse tecniche che vanno utilizzate in ogni gara. Per questo il coach ha un ruolo molto importante».
I prossimi obiettivi?
«Vogliamo proseguire questo percorso fino al mondiale in Germania dove cercheremo di portare a casa più medaglie possibili. Dalla nostra parte abbiamo molti ragazzi e vorremmo crescere ancora per avere un giusto ricambio generazionale sicuro. ci stiamo lavorando con calma ma ci arriveremo».