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Ciriani si candida alle Europee: piano b per restare in Comune

Il sindaco ha sciolto la riserva e correrà per un seggio a Strasburgo

Alessandro Ciriani ha sciolto la riserva. Il sindaco di Pordenone si candiderà alle prossime elezioni europee. La conferma è arrivata poco dopo mezzogiorno del 3 febbraio, durante l'inaugurazione della nuova sede provinciale di Fratelli d'Italia in via Molinari. 
A chiedere ufficialmente di fare un passo avanti è stato il coordinatore regionale Walter Rizzetto. 
Il partito punta unito su Ciriani, che dovrà vedersela nel collegio dell'Italia nord orientale con i candidati espressi in Emilia Romagna, Veneto e Trentino Alto Adige. Complessivamente ci sono in palio 15 seggi. 

Il rebus del Comune 

Ciriani potrebbe salvare capra e cavoli. La normativa attuale non vede incompatibilità tra la carica di parlamentare europeo e quella di assessore comunale. Quindi in caso di elezione (l'obiettivo è di raccogliere 30 mila preferenze) si dovrà dimettere da sindaco quando si insedierà il nuovo parlamento europeo, a settembre, ma potrà ricevere delle deleghe dal suo facente funzioni, il vicesindaco Alberto Parigi. Vuole quindi fare l'assessore e continuare a tenere d'occhio diverse situazioni delicate, a partire dai cantieri finanziat con fondi Pnrr che devono finire prima del 2026. 
Pordenone, in caso di elezione di Ciriani in Europa, tornerà al voto nella primavera del 2025, quando la scadenza naturale sarebbe stata il 2027. 
Un nodo da sciogliere riguarderà anche il futuro primo cittadino. Sono diversi i nomi che circolano, partendo dal vicesindaco Parigi, passando per il consigliere regionale Alessandro Basso o il deputato Emanuele Loperfido. L'unica certezza o quasi è il nome di uno sfidante: Marco Salvador ha intenzione di correre per la poltrona di sindaco.

Le reazioni

Il primo commento alla candidatura del sindaco è arrivata dal segretario cittadino del Partito democratico, Alessandro Genovesi: «La candidatura non rappresenta di certo una sorpresa. Già lo scorso novembre il PD di Pordenone - sottolinea Genovesi - aveva chiesto lumi al primo cittadino sulle sue intenzioni, in modo da chiarire ai cittadini che, in caso di avvenuta elezione, la città sarebbe andata al voto nel 2025, due anni prima della scadenza naturale. Ora finalmente è arrivata l'ufficialità, che potrebbe rappresentare la defezione "tombale" nella Giunta, dopo che già cinque assessori su otto sono cambiati rispetto al 2021. Da parte nostra, come principale partito di opposizione, inizieremo nelle prossime settimane a ragionare su come mettere in campo un'alternativa credibile da proporre ai pordenonesi. Il lavoro da fare - conclude - parte dall'individuazione dei principali temi programmatici, passando per la costruzione di una coalizione competitiva fondata sul dialogo con il mondo civico e, aspetto più importante, dalla scelta di un candidato sindaco conosciuto e competente, capace di catalizzare sulla sua figura la maggioranza dei consensi.

Marco Salvador, consigliere comunale de La Civica ha commentato: «La notizia di oggi non è tanto la scelta di Ciriani di candidarsi alle europee (cosa nota a tutti da mesi e per la quale gli auguriamo sul piano personale buona fortuna) ma il fatto che evidentemente proponendosi come assessore non si fida della persona che dovrebbe sostituirlo da qui alle nuove elezioni comunali. Sul piano politico Ciriani rompe il patto civico con la città e i suoi elettori  sceglie la strada di partito, la foglia di fico della civica e del civismo è caduta, di tutto rimane l’interesse per poltrone e potere».
 

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