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Lunedì, 29 Aprile 2024
Arte e cultura / Spilimbergo

Dalla Cina a Spilimbergo per amore del mosaico, la storia di Nikki Ge

L’artista, DJ e modella di Qingdao si è innamorata di questa tecnica. Si è trasferita in Friuli per impararla e vuole trasmetterla nel suo Paese d’origine

Mentre racconta questa breve parentesi in Friuli, Nikki Ge comincia a mostrare delle opere di suo padre. Dipinti su seta che alternano immagini con la calligrafia  cinese che vanno ad arricchire l’intero foglio. «L'arte del mosaico non è popolare in Cina», afferma l’artista, DJ e modella che da quando ha conosciuto questo stile ha scelto di immergersi nei suoi colori. Originaria di Qingdao, ha scelto di dirigersi a Spilimbergo, conosciuta proprio per questi tasselli unici e per questa sua capacità di trasformare piccole tessere in grandi capolavori riconosciuti in tutto il mondo. 

Ma per comprendere bene come tutto questo sia accaduto bisogna compiere un leggero passo indietro. Le strade si intrecciano verso ottobre del 2016, quando la Scuola Mosaicisti del Friuli decise di tenere una mostra di mosaici proprio nella sua città. «Quando ho visto la mostra sono rimasta sbalordita», continua Nikki Ge che sostiene si essersi subito innamorata del mosaico dal primo istante. 

A quel punto la via della seta l’ha portata verso Spilimbergo, dove ha iniziato la scuola nel 2019 fino a terminarla proprio quest’anno. Nulla sembra essere dettato dal caso, dato che proprio in questi giorni è stata premiata nel corso del Mosaic Young Talent con un’opera legata a una delle icone del cinema e della cultura come Bruce Lee. Ma quel che più ha apprezzato di questa esperienza è il rapporto con tutte le persone che ha conosciuto nell’istituto.

«Gli insegnanti della Scuola sono davvero professionali; si imparano tante tecniche e c'è anche libertà di esprimersi nel proprio stile circondati da opere d'arte. Un mondo che va dai mosaici greco-romani antichi, bizantini, fino a quelli moderni e contemporanei».

Nikki Ge, la vincitrice del Mosaic Young Talent

Quanto ha inciso la passione per la musica nel suo percorso artistico?

«Penso che la musica e il mosaico abbiano qualcosa in comune. Entrambi sono legate al ritmo, sono senza tempo, e possono esprimere le emozioni che proviamo».

Quanto ha invece aiutato questo suo legame tra due mondi, quello cinese e italiano?

«Le forme d'arte italiane hanno ampliato i miei orizzonti e mi permettono oggi di essere più creativa, cercando di incorporare l'arte classica e di presentarla sotto forma di mosaici. Questo stile ha tra l’altro una lunga storia alle spalle con le sue opere antiche e moderne e le sue forme infinite. Per questo il suo utilizzo è illimitato, perché trasmette libertà nei suoi colori».

Perché ha scelto Bruce Lee come icona del suo lavoro?

«Per la sua storia. È tornato a Hong Kong per imparare il Wing Chun (咏春拳) dal Maestro Ip Man, e poi ha fondato il Jeet Kune Do (截拳道) sulla base di quanto gli è stato insegnato. È pieno di energia positiva, e ha fatto conoscere a tante persone la cultura del Kung Fu recitando il ruolo di protagonista in film come L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente (The way of the Dragon, girato a Roma),  e I 3 dell'Operazione Drago (Enter the Dragon)». 

Di cosa tratta nel dettaglio l’immagine?

«Il ritratto si basa sull'ultimo film - rimasto incompiuto - di Bruce Lee, L'ultimo combattimento di Chen (Game of death) uscito nel 1978. Bruce Lee morì purtroppo il 20 luglio 1973, ma la sua vita è stata breve ma meravigliosa. Nella foto ho usato come materiale lo smalto per dare risalto la tuta gialla a righe nere che indossa. Per il viso e le mani ha scelto invece materiali naturali, mentre per i capelli ho deciso per il marmo, mastice e piombo». 

Cosa consiglieresti dell'Italia se tornassi ora in Cina?

«Direi di girarla tutta. Spilimbergo è un paese molto tranquillo. Ma mi è piaciuto molto viaggiare verso diverse città italiane, dove può scoprire culture e storie diverse. In più qui i paesaggi sono meravigliosi, i monumenti storici sono davvero sorprendenti, e il cibo varia a seconda del posto che visiti. Vorrei che più persone conoscano tutto questo e spero un giorno di creare un canale per la diffusione della cultura del mosaico nel mio Paese». 

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