Unabomber: due vittime hanno chiesto la riapertura delle indagini

Potrebbe esserci una svolta nelle indagini sul caso Unabomber. Il Procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, ha infatti autorizzato un giornalista a visionare la grande quantità di reperti raccolti in anni. Marco Maisano,  conduttore televisivo in questo momento impegnato su una serie podcast su OnePodcast, avrebbe custodito dei materiali tra cui un capello su un uovo inesploso che era stato acquistato da un uomo di Azzano Decimo al supermercato Continente di Portogruaro nel 2000. A quel punto il giornalista, insieme a due delle vittime degli attentati, ha inoltrato la richiesta per farli analizzare utilizzando gli ultimi strumenti tecnologici a disposizione. Il magistrato, qualora ci fossero le condizioni, potrebbe infatti chiedere al Gip la riapertura delle indagini come emerge da vari quotidiani nazionali.

Il caso di Portogruaro

I fatti risalgono al primi anni duemila quando un signore di Azzano Decimo comprò una confezione di uova al Continente di Portogruaro. Una volta tornato a casa aveva notato la presenza di un filo consegnando tutto ai carabinieri. Da lì si era scoperto che si trattava una carica esplosiva ma nel corso degli accertamenti furono trovati anche un capello e delle tracce salivari. Prove che potrebbero essere analizzate usando la banca dati del Dna in Italia, costituita nell’anno in cui venne archiviato il caso legato all'ingegner Elvo Zornitta di Azzano Decimo, l’unico sospettato dell’inchiesta Unabomber. Una storia cominciata il 21 agosto del 1994 durante la sagra degli Osei di Sacile con un tubo bomba che ferì una madre e le due figlie. In quegli anni si susseguirono vari investigatori tra le varie procure di Pordenone, Udine, Treviso, Venezia e Trieste. Ma non si riuscì a trovare un colpevole degli attentati come quello che toccò Francesca Girardi, protagonista del recente documentario andato in onda su Rai2.