Nelle scuole giù le temperature ma niente settimana corta
Pordenone in testa alla regione per la riqualificazione energetica. Ma ci sono comunque aumenti da capogiro per le bollette, i termometri in aula saranno fissati a 19 gradi.
L'aumento dei costi dell'energia rischia di mettere in difficoltà anche le scuole, che sono da poco ripartite. Per quanto riguarda le superiori, oggi in Regione si è discusso di quali possono essere le misure per contenere le spese, dall'abbassamento della temperatura alla settimana corta.
In provincia di Pordenone, che ha 13 istituti, si spenderanno poco più di 3 milioni di euro nell'anno corrente, contro i 2 dell'anno solare 2021 (con un aumento quindi del 50%), e nel 2023 si prospetta addirittura un raddoppio: 6 milioni per i fabbisogni delle scuole superiori.
Nelle prime riunioni tra Edr (Ente di dentramento regionale, che ha sostituito la provincia, ndr) e dirigenti scolastici sono emersi alcuni suggerimenti, il primo dei quali è la riduzione della
temperatura nelle aule a 19 gradi, con una tolleranza di un paio di gradi in più o in meno.
Un netto no, invece, è arrivato sulla settimana corta obbligatoria per tutti, dal momento che gli studenti degli istituti tecnici hanno 36 ore settimanali escluso il tempo-mensa, e sarebbe molto penalizzante per loro e per le loro famiglie compattare questo gravoso impegno dal lunedì al venerdì, specie per i pendolari che abitano lontano dalla sede della scuola.
I presidi, inoltre, considerano improponibile al momento il ricorso alla didattica a distanza, per la quale servirebbe un provvedimento ministeriale.
I commissari degli Edr hanno fornito loro i dati richiesti dalla Regione e Pordenone si rivela molto virtuosa rispetto alle altre province del Friuli Venezia Giulia: la riqualificazione energetica ha riguardato il 60 per cento degli edifici scolastici della Destra Tagliamento, il 30 per cento a Udine, attorno al 30 per cento anche a Trieste e Gorizia.