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La storia / Aviano

Piancavallo, la prossima tappa è il Campionato italiano Rally

La gara rientrerà nella categoria asfalto. Ma il presidente dell’Aci provinciale Corrado Della Mattia sogna la massima serie: «Pronti al grande salto»

È ufficiale. Piancavallo torna nell’olimpo dei motori. La Giunta sportiva dell’Aci - Automobile Club d’Italia - ha ufficializzato il calendario 2023 suddiviso per zone e categorie speciali. E la buona notizia è che una delle tappe del Campionato italiano Rally Asfalto parla di nuovo friulano. La località di Aviano a settembre è pronta a proseguire il percorso cominciato negli anni 70 ospitando i più grandi campioni a livello nazionale in uno dei circuiti più suggestivi e affascinanti. «La prima gara che ho visto non avevo ancora la patente - afferma il presidente dell’Aci Corrado Della Mattia mentre ripercorre i ricordi di quella gara - Era il 1972. Ricorderò sempre un equipaggio di triestine, Donatella Tominz e Gabriella Mamolo, che correvano con una Porsche. Così come ho ancora in mente la macchina di Lucky Battistolli, la Ferrari 308 GTB gialla, o del “Drago” Sandro Munari che ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente qualche anno più tardi. Una persona di grandissima umanità a bordo della Lancia Stratos che resterà per sempre la più bella macchina da rally».

Gente ammassata lungo le curve, la grinta del motore di alcune delle auto più prestigiose e performanti dell’epoca pronte a sfiorare il limite partendo da Pordenone. «Ricordo che quando ero ragazzo andavo con il motorino a vedere le gare di Piancavallo che si facevano addirittura in notturna. Tappe lunghissime che nel tempo si sono storicizzate ricevendo fondi e sostegno da parte delle istituzioni». Ad un certo punto aveva raggiunto il coefficiente europeo che, insieme alla Coppa del Mondo di sci femminile, aveva permesso a Piancavallo di essere il perno dello sport regionale. Merito di personaggi storici come Giancarlo Predieri e di Giorgio Garlato, il predecessore di Della Mattia che dal 1968 fino al 2007 aveva contribuito a dare valore al territorio pordenonese. Le grandi case automobilistiche sceglievano proprio questi tornanti per aumentare il livello delle prestazioni dei loro bolidi. Marchi di una certa caratura come Lancia, Ford, Opel. Poi la svolta. In questo caso per niente positiva per Piancavallo. Dal 1996 il blackout più totale: le squadre avevano scelto di cambiare rotta e le dirette televisive avevano portato a una graduale flessione di presenze lungo le strade dei rally. «E pensare che un tempo si facevano quattro competizioni», continua Della Mattia. 

E poi cos’è successo?

«Quando sono arrivato io ci siamo concentrati su quella più iconica di tutte, ripartendo da zero. Tutti rimangono affascinati da questa gara, dato che una delle particolarità sono le prove speciali con i suoi tornanti particolari che la rendono  una delle migliori gare da percorrere in macchina. 

Abbiamo scelto di puntare anche sulla parte storica (oggi il rally si può disputare nelle sue versioni miste con auto nuove e d’epoca), ma dopo un anno di stop si sono fatti avanti i ragazzi di Maniago. Un club motivato con 130 persone dai 25 ai 45 anni che si sono fatte le ossa partecipando anche a campionati internazionali IRC per poi mantenere un livello organizzativo di qualità come si è visto nelle ultime edizioni a Piancavallo. L'anno scorso siamo stati promossi soprattutto per la pagella eccellente che abbiamo ottenuto nel corso dell’evento. E quest'anno non possiamo sbagliare».

Il Rally Piancavallo: le foto delle passate edizioni

Come si organizza una tappa del rally?

«Serve formazione e tanta competenza su pista. Un'esperienza che abbiamo maturato in questi anni e che è stata giudicata in maniera positiva dai commissari a cominciare dalla scelta dei direttori di gara. Ci siamo infatti affidati a dei professionisti che hanno una grande esperienza alle spalle. Grazie ai loro consigli è venuta fuori una gara molto tecnica che piacerà agli appassionati».

Quanto è stato importante il sostegno del territorio?

«È essenziale. Non smettiamo mai di ringraziare la regione Friuli Venezia Giulia che ci ha aiutato e i diversi sponsor che credono nella manifestazione. Questa non è una gara solo automobilistica perché è uno strumento di forte attrazione  per il turismo e il territorio. Per questo abbiamo convinto la Regione a continuare a investire perché il nostro obiettivo è di salire puntando al Campionato Italiano Assoluto Rally». 

Un obiettivo ambizioso

«Intanto dobbiamo guadagnarci la posizione e non perderla. Ma ritengo che ci siano tutte le condizioni per raggiungere la vetta, con il supporto della Giunta regionale soprattutto in chiave turistica. Il sostegno del territorio e della politica è fondamentale. Per questo vorrei che la manifestazione si spostasse anche in città, magari con una passerella a Pordenone. Lo abbiamo fatto tempo fa per quello storico, partendo dalla piazzetta San Marco e passando davanti al Municipio.  Chissà se un giorno ritroveremo proprio questi bolidi lungo le vie del centro».

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