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Sei ragazzi in cerca del gorilla bianco: «È nato tutto per caso, oggi vogliamo raccontarlo in un documentario»

Il gruppo sta girando un cortometraggio: "Vogliamo raccogliere le testimonianze delle persone e capire se conoscono la storia del Copito de Nieve"

«Questo inverno siamo capitati qui per caso perché un nostro amico abita da queste parti. Camminando per le vie del centro mi sono ricordato di aver letto la storia del Copito de Nieve. Una vicenda che mi ha sempre affascinato». Francesco Medaglia, insieme a Noemi Zadra, Eva Scotton, Mattia Cappello, Mosè Ghirardo e Gaia Manzin, ha deciso di tornare a Pordenone per cercare il gorilla albino, meglio conosciuto come Il re bianco se si ha avuto il piacere si svogliare le pagine del graphic novel di Davide Toffolo, disegnatore e musicista dei Tre Allegri Ragazzi Morti. 

La squadra arriva da ogni parte del Nord Est. Chi da Trento, Borgo Valsugana e chi invece da Treviso. La distanza non è stata di ostacolo per i sei ragazzi in cerca del gorilla bianco. Un murale, realizzato proprio da Toffolo, che si trova in vicolo delle Acque, lontano dal flusso di persone continuo del sabato pomeriggio. "È un'artista che stimo molto - afferma Francesco - siamo venuti a vederlo e siamo rimasti molto colpiti sia dalla bellezza dell'opera sia dal fatto che molte persone non sapevano che fosse realmente qui. Per questo, sei mesi più tardi, ci è venuta l'idea di trasformarla in una storia, raccogliendo le testimonianze delle persone di Pordenone in un documentario di venti minuti. Un modo per riflettere sulla distanza tra il nostro mondo e quello animale e quando questi due mondi si possono incrociare". 

Un gorilla albino: il ricordo di "Fiocco di neve", star dello zoo di Barcellona
 

Per i giovani documentaristi la figura del Copito de Nieve, come ben raccontato anche da Calvino che lo cita nel romanzo Palomar, è la metafora di quanto ci si può sentire vicini al contempo e distanti dal regno animale. «Fa un po' riflettere l'ambiguità della città. Un regno dove tutto ciò che è naturale alla fine scompare ma che contiene allo stesso tempo la nostra costante ribellione nei confronti di tutto ciò è urbano e attrazione verso il mondo animale". A conferma di tutto ciò sono i murales stanno riempiendo le facciate delle abitazioni di Torre. Opere che hanno spesso hanno come soggetto delle figure animali. "Per questo - prosegue - è bello assistere a questo processo in cui la città torna a riappropriarsi di queste sensazioni attraverso la creatività». 

I ragazzi sono rimasti colpiti dalla presenza di opere artistiche in giro per la città. «Ci sono posti dove la cultura urbana, il fumetto, il cinema, la musica non sono così sviluppati, mentre a Pordenone ci stiamo accorgendo che c'è stato un fermento negli anni '80 e '90. Un fenomeno che si vede ancora oggi. La gente conosce il genio di Davide Toffolo e cominciano ad appassionarsi di fumetto, di cinema e musica. E questi murales ci fanno capire come la città sia fatta di persone che amano l'arte». 

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