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Martedì, 30 Aprile 2024
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Commercio illegale di avorio, i carabinieri denunciano due persone

Identificati venditore e acquirente in provincia, nell'ambito di un'inchiesta più estesa

I Carabinieri Forestali, hanno eseguito perquisizioni personali e locali delegate dalla Procura della Repubblica di Trieste a carico di 6 persone residenti nelle regioni Friuli Venezia-Giulia, Veneto e Toscana. Tutti i soggetti risultano attualmente indagati
per la vendita o acquisto di oggetti in avorio senza la prescritta documentazione.
Negli ultimi tempi, la caccia illegale agli elefanti ha raggiunto livelli senza precedenti, con un conseguente calo generalizzato delle popolazioni della specie.

Per quanto riguarda il Friuli occidentale, attività di controllo si sono focalizzate sul commercio, senza la prevista documentazione, di oggetti realizzati con zanne di elefante, effettuato da un commerciante fiorentino che ha portato al sequestro di due manufatti presso l’abitazione di una persona residente nella provincia di Pordenone e il deferimento all’A.G. del medesimo capoluogo di provincia dei due soggetti coinvolti nella compravendita. Inoltre, uno dei soggetti sottoposti alle indagini ha presentato istanza di riesame del
citato provvedimento di sequestro, successivamente rigettata dal Tribunale di Pordenone.

Al termine della campagna di controlli, sono stati sequestrati oggetti in avorio per un valore stimato di 7 mila euro circa comprendenti monetiere in legno ebanizzato con intarsi in avorio, statuette, sculture, miniature dipinte, ventagli in avorio finemente incisi, porta oggetti, porta reliquie, bastone da passeggio, raffigurazioni sacre realizzate in avorio.
I fascicoli instaurati, a seguito dei sopralluoghi effettuati dal Nucleo CITES Carabinieri Forestale di Trieste, si trovano tuttora in fase di indagine presso le Procure della Repubblica di Trieste e di Pordenone.

La salvaguardia degli elefanti

Negli ultimi tempi, la caccia illegale agli elefanti ha raggiunto livelli senza precedenti, con un conseguente calo generalizzato delle popolazioni della specie.

Sia l’elefante africano, Loxodonta africana, sia l’elefante asiatico, Elephas maximus, figurano nella convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES), che conta 183 firmatari (parti contraenti), tra cui l’UE e tutti gli Stati membri dell’UE.

In base al programma MIKE (Monitoring the Illegal Killing of Elephants) relativo al monitoraggio dell’abbattimento illegale di elefanti e condotto nel quadro della CITES, la quota di abbattimenti illegali di elefanti è costantemente aumentata dal 2006, raggiungendo un picco nel 2011 per poi mostrare una flessione tra il 2011 e il 2019. I paesi africani dagli anni ’70 hanno cercato di limitare l’uccisione degli esemplari ma la caccia di frodo purtroppo non ha subito una diminuzione, infatti negli anni ’80 si è stimata una vera e propria carneficina di elefanti che morivano al ritmo di uno ogni dieci minuti. Al bracconaggio si attribuisce il declino del 60 % della popolazione di elefanti di foresta solo negli ultimi 20 anni. 

Oggi, sono ancora elevati anche i livelli del commercio illegale di avorio, nonostante il continuo calo dei prezzi; secondo una relazione dell’ETIS (Elephant Trade Information System, sistema di informazioni sul commercio di elefanti), tra il 2012 e il 2017, in tutto il mondo sono state 280 circa le tonnellate di avorio di elefante sequestrate nell’ambito di circa 8 000 sequestri di avorio. 

Di recente, l’Unione Europea ha inasprito la normativa in merito alla commercializzazione di avorio tant’è che, a far data dal 19.01.2022 – data di entrata in vigore del nuovo Regolamento Europeo 2021/2280 -, qualsiasi oggetto in avorio o contenente avorio che venga destinato ad uso commerciale, necessita di certificazione CITES che potrà essere rilasciata solamente dai Nuclei CITES dell’Arma dei Carabinieri presenti sul territorio nazionale ed esclusivamente per i manufatti lavorati ed acquisiti da oltre 50 anni (i cosiddetti pre’ 47). Una normativa europea particolarmente stringente che mira a bloccare il possibile commercio illegale ed evitare ulteriori e negative uccisioni illegali nei territori in cui le specie di elefante vivono allo stato brado.

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