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Electrolux: 30 milioni di investimenti a Porcia, confermati gli esuberi

I sindacati: «Maggiore trasparenza in azienda e più controllo del Governo. Piuttosto che incentivi al consumo a pioggia, servono difatti incentivi mirati per le imprese che investono e producono in Italia»

Può essere letto in due modi l'esito dell'incontro che si è tenuto oggi, 12 marzo, al ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma. Un tavolo incentrato sulla gestione della crisi di Electrolux a cui hanno partecipato gli esponenti del Governo (il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, il sottosegretario al Mimit Fausta Bergamotto), i rappresentanti della Regione (come l'assessore Bini), l'amministratore delegato di Electrolux Italia Massimiliano Ranieri e, non per ultime, le sigle sindacali.

Partiamo dalle note dolenti, ovvero gli esuberi previsti dal piano di ristrutturazione aziendale. Dal confronto non c'è stato alcun passo indietro della multinazionale svedese che, vista la crisi dell'elettrodomestico che sta toccando anche il continente europeo, è stato costretto a dover prendere dei provvedimenti in merito con dei tagli che riguardano sia gli operai che gli impiegati. Dopo la crescita riscontrata nel 2021 con 98 milioni di unità prodotte, si è verificata una flessione dei prodotti realizzati dagli stabilimenti arrivando a quota 80 milioni di apparecchi nel 2023. Il livello dovrebbe attestarsi su questi numeri  anche nel 2024. Ma ciò ha comportato una perdita di volumi e redditività, con un Ebit (la misura che viene usata per indicare la performance di un'impresa) che è passato dallo 8,1% del 2021 al 2,4% del 2023. 

Electrolux da questo punto di vista sta adottando una serie di provvedimenti che consistono principalmente in una maggiore attenzione alla qualità del prodotto e nella riduzione delle emissioni di CO2 nel ciclo produttivo nel rispetto dell'ambiente. Parte delle azioni proposte porteranno a un taglio delle spese. Il che vuol dire, come già abbiamo avuto modo di constatare dalle comunicazioni dell'azienda e dei sindacati, un taglio di 3.000 posti di lavoro di cui 181 a Porcia.  

Investimenti 

Allo stesso tempo, però, Electrolux ha confermato gli investimenti nei vari stabilimenti italiani. «A Porcia - si legge nella nota delle associazioni sindacali - nel 2023 sono stati effettuati 20 milioni di euro di investimenti e nel 2024 ne verranno spesi 12 milioni; mentre i volumi sono passati dai 966 mila pezzi del 2022 ai 613.000 del 2023, con una previsione di 707.000 nel 2024».

La multinazionale ha chiesto al Governo alcuni interventi in modo da ridurre il costo della energia. Nel caso invece dei lavoratori la società ha parlato di maggiore flessibilità nella definizione dei calendari per fronteggiare la volubilità del mercato.

«Come sindacato al Governo abbiamo chiesto di continuare a seguire la vicenda di Electrolux, affinché le future scelte societarie e industriali siano oggetto di attenzione non solo sindacale ma anche istituzionale», prosegue la nota «Piuttosto che incentivi al consumo a pioggia, servono difatti incentivi mirati per le imprese che investono e producono in Italia, riportando in Italia quanto è stato delocalizzato; gli stessi incentivi al consumo dovrebbero essere riservati alle apparecchiature prodotte dalle imprese che hanno un bilancio di responsabilità sociale positivo. Serve sgravare di ostacoli e di oneri quelle imprese che fanno ricorso ad ammortizzatori sociali conservativi per superare la crisi, ma al contempo penalizzare davvero quelle imprese che scelgono di licenziare e di chiudere».

E nel rivolgersi a Electrolux i sindacati chiedono più trasparenza in azienda sugli sviluppi dei piani industriali.  «Chiediamo di riportare volumi in Italia, nonché un utilizzo più saggio della cassa integrazione ordinaria, evitando utilizzi della CIGO a ore anziché a giornata». 

Bini: «Positivi gli investimenti per il sito di Porcia»

Sul caso è intervenuto anche l'assessore Bini che parla di «un importante piano di investimento che abbraccia i campi della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione (oltre 100 milioni di euro nel complesso). Sono state delineate con chiarezza da un lato le criticità da superare in merito al difficile contesto macroeconomico attuale, caratterizzato da un eccessivo squilibrio nel costo delle materie prime a vantaggio dei paesi asiatici, dall'altro le strategie che l'azienda intende adottare per salvaguardare la tenuta del settore elettrodomestico in Italia e le garanzie richieste dalla rappresentanza dei lavoratori. La Regione, dal canto suo, continuerà ad assicurare il proprio sostegno, come già confermato in occasione dei precedenti tavoli». 

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