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il caso / Centro Storico

Università al Bronx, l'Agenzia delle entrate ora è un problema

L'ente statale si trova nello stabile che sarà dedicato agli studenti: servono 5 mila metri quadrati per spostare gli uffici

È recente l'annuncio del Comune di Pordenone, che acquisirà gli spazi del Bronx dove attualmente ci sono gli uffici dell'Agenzia delle entrate. Un investimento da 11 milioni di euro che già tra due anni potrebbe portare gli studenti e rivitalizzare una zona problematica del centro, in particolare dopo la chiusura degli uffici. 
Il contratto di affitto è in scadenza ed è stato prorogato in quanto il bando pubblicato dall'Agenzia delle entrate per una nuova area è andato deserto. 
Il Comune, come riporta il Messaggero Veneto, è all'opera per aiutare a trovare una soluzione. Le richieste di spazi dell'ente statale non sono semplici da esaudire negli edifici del centro di Pordenone, considerando che tra le varie richieste c'è uno spazio di oltre 5 mila metri quadrati e 160 postazioni di lavoro. 

Sul punto è intervenuta la consigliera comunale del Movimento 5 Stella, Mara Turani. «Mettere il carro davanti ai buoi e, così, annunciare senza avere certezze. Accade a Pordenone - ha commmentato - dove si è messo in luce anche due aspetti a cui purtroppo siamo abituati: primo, non pianificare e andare a tentativi che fanno i conti e contrastano con l’evidenza della realtà; secondo, penalizzare sempre l’ultimo anello della catena ovvero i cittadini, che si vedrebbero catapultati in zona interporto per affrontare pratiche burocratiche. In una parola: saremo costretti a zigzagare tra uffici 'spezzettati', oppure addirittura decentrati, senza che ci si ponga il problema di chi dovrà, per necessità, usare i mezzi pubblici per giungere a destinazione. Penalizzando così le persone più anziane». 

«Si stabilisca - prosegue Turani - quale identità dare alla città di Pordenone e poi si agisca di conseguenza, non il contrario. Ci era sembrato che fosse importante dare priorità - diceva l'ex assessore Amirante - alla famosa città dei '15 minuti', servizi tutti a breve distanza, così da poter lasciare l’auto in garage. La realtà, puntuale e lucida, ci propina una visione a spot, invece, dove la politica urbanistica degli ultimi anni ha tolto i parcheggi in molte zone cittadine prima di studiare un piano di mobilità del servizio pubblico e ha posizionato sedi di servizi pubblici qua e là, ignorando sovradimensionamenti o sovraffollamenti di zone (esempio ne sia il quadrante Molinari). E ha elaborato un disegno confuso su sosta e scambio, vedi il caso stazione Ffss, dove macchine e biciclette fanno a pugni per trovare un semplice posto pèer evitare le multe. Sembra quasi ci si 'adatti' all’arrivo dei fondi, si costruiscano ipotesi sugli stessi fondi, ci si affidi al caso che offre soluzioni più o meno pronte all’uso. D’accordo intercettare e portare a casa i finanziamenti, ma è evoluzione questa?». 

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