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Frasi pro Hamas, la smentita del docente: «Gli unici eroi sono i palestinesi che resistono all'occupazione di Israele»

Amer Hasan, rappresentante della comunità in Friuli Venezia Giulia, si scaglia contro gli articoli pubblicati sul Gazzettino. «La nostra è una manifestazione pacifica. Condanniamo ogni violenza contro i civili, ma chiediamo il cessate fuoco immediato e lo stop al genocidio in atto sulla striscia di Gaza»

Il docente Amer Hasan, rappresentante della comunità palestinese in Fvg, ha risposto duramente agli ultimi articoli pubblicati sul Gazzettino. Il professore, secondo quanto riportato dal giornale, avrebbe definito degli eroi i combattenti del movimento islamico di Hamas (considerato un'organizzazione terroristica dall'Unione europea). Parole, secondo quanto riferito dallo stesso professore, completamente travisate e distanti «dal mio pensiero e da quello delle organizzatrici e degli organizzatori della manifestazione» prevista il 17 febbraio alle 16 in piazza Risorgimento. «Non ho mai detto, come ha scritto il giornalista il 14 febbraio, che i combattenti di Hamas sono degli eroi. La parola era riferita agli abitanti di Gaza e al loro al pensiero sulla resistenza, e su questo ero stato chiaro con lui. La manifestazione è stata organizzata per promuovere la pace e chiedere il cessate fuoco immediato, in linea e non diversamente da quanto richiesto unanimemente dal Parlamento italiano». L'articolo, prosegue Hasan, «mi attacca personalmente in quanto insegnante accostando due tematiche completamente differente allo scopo di diffamarmi e danneggiarmi come docente».  

Per questo ha annunciato di voler agire in sede legale se non arriva una rettifica immediata da parte del giornale. L'esponente della comunità palestinese parla infatti di un «metodo persecutorio con intento di danneggiare il sottoscritto professionalmente» riferendosi a un'altra affermazione comparsa sul giornale di oggi, 16 febbraio.  Israele uno stato terrorista? Non è così. È una frase estrapolata da un manifesto che si riferisce all'occupazione militare israeliana a Gaza e che abbiamo consegnato direttamente al prefetto».

Alla domanda su come giudica il comportamento dell'organizzazione terroristica  Amer Hasan ha marcato più volte «di non parlare a nome di Hamas e di non essere affiliato al movimento. Noi ci riferiamo alla resistenza palestinese visto che il nostro scopo è di chiedere il cessate il fuoco immediato perché ogni giorno si arriva a massacrare centinaia di civili innocenti. La guerra non è tra Hamas e Israele, ma tra il popolo palestinese e lo stato israeliano, che, vogliamo ricordarlo, è sotto inchiesta per genocidio». 

Il corteo

Lo scopo del corteo è di denunciare le atroci condizioni della popolazione palestinese sulla striscia di Gaza trasformato in un «campo di concentramento» citando le parole di Amer Hasan.  «Da più di 4 mesi è soggetta a bombardamenti indiscriminati e alla privazione di ogni risorsa primaria di vita (acqua, cibo, cure mediche), indispensabili per la sopravvivenza e per una condizione umana dignitosa».

L'esponente, nel condannare i fatti del 7 ottobre sostenendo che è il dialogo l'unica soluzione per la pace, ci tiene a sottolineare «che sono stati trucidati oltre 28.000 e quasi 10000 dispersi, 70% dei quali donne e bambine, distrutte il 80% delle infrastrutture civili. Una violenza inaudita che ha origine molto prima del fatidico 7 ottobre tra irruzioni che avvengono in villaggi, campi profughi e città di tutta la Cisgiordania. Anche a Gaza, quale vittima di 17 anni di assedio, si contano 5 massacri antecedenti il 2023: nel 2021, 2018, 2014, 2012, e 2008».

Al momento gli sfollati sono oltre 1.9 su 2.2 milioni di abitanti presenti in Palestina. Una situazione che si è aggravata da quando «il popolo subisce da più di 75 anni la repressione e l'oppressione di una delle più brutali occupazioni coloniali da parte di un stato che si afferma di essere democratico. Purtroppo questo vale solo per gli ebrei».

Hasan non usa mezzi termini. Parla di una «ferocia dittatura militare», di «apartheid e di polizia etnica messa in atto quotidianamente su tutti i territori occupati». Il popolo palestinese, di conseguenza, ha dunque al'inalienabile diritto di difendersi dall'oppresso» dato che «dal 1948 è aggredito, perseguitato e oppresso dalla potenza coloniale che non solo occupa i territori Palestinesi, ma nega altresì ogni suo diritto a discapito delle risoluzioni ONU e dei patti stabiliti far le parti in più di trent'anni di trattative».

Si parla spesso di "due stati per due popoli". Per questo, conclude Hasan, con questa manifestazione «chiediamo coerenza da parte del nostro governo con l'appoggio e il riconoscimento dello Stato di Palestina, avente Gerusalemme come capitale, e la forte posizione contro la guerra.  Non esiste pace senza giustizia e non esiste giustizia senza i diritti del popolo palestinese. Il nostro slogan è "l'ultimo giorno di occupazione sarà il primo giorno di pace"».

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