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La sentenza / San Vito al Tagliamento

Trasportava cocaina da Viterbo al Nordest, confermata la condanna a una 37enne di San Vito

La corte di cassazione si è pronunciata lo scorso ottobre ma dalle motivazioni, pubblicate a dicembre, i giudici bocciano il ricorso degli avvocati della donna

La cassazione conferma la condanna a cinque anni e quattro mesi di reclusione e a 20 mila euro di multa rivolta a una donna di 37 anni di San Vito al Tagliamento, Renata Zavagnin. Secondo le accuse riportate dalla sentenza della corte l’imputata aveva trasportato da Viterbo verso il nord 91 grammi di cocaina da cui si poteva ricavare all’incirca 483 dosi. La droga era stata suddivisa in sei involucri in modo da essere trasferiti a bordo di una vettura. Una volta intercettata, è stata poi condannata prima dal G.U.P. del tribunale di Siena del 16 dicembre 2020 e dalla Corte di appello di Firenze il 9 luglio 2021. 

Le affermazioni della difesa

La difesa ha scelto di fare ricorso sulla base di alcune questioni che, secondo il legale di Zavagnin, dovevano essere tenute conto dalla corte. La prima riguarda «l'uso parzialmente personale della sostanza sequestrata» ritenendo dunque errata l’applicazione della pena sulla base del fatto che non tutta la quantità di droga sequestrata non fosse destinata allo spaccio essendo «l’imputata un soggetto tossicodipendente».  

Per l’avvocato non ci sarebbero stati inoltre dei riscontri che collegano la sua assistita a un gruppo criminale per il quale «avrebbe occasionalmente svolto le funzioni di corriere, come persona di fiducia dei fornitori». E lo stesso si può dire sulla recidiva contestata dall’accusa dal momento che, sempre secondo la difesa,  non sono stati provati i legami tra Zavagnin e gli spacciatori operanti nel territorio del viterbese. Per il legale non le avrebbero alla fine riconosciuto l’attenuante della collaborazione dato che avrebbe consegnato agli inquirenti delle informazioni utili alle indagini.

La risposta della Cassazione

La cassazione ha rigettato il ricorso lo scorso ottobre motivando la sua scelta in un documento pubblicato a dicembre. Per la corte i giudici hanno fornito una chiara rappresentazione dei fatti ritenendo «che lo stupefacente sequestrato alla Zavagnin non potesse essere destinato ad un uso parzialmente personale» vista la quantità in suo possesso.
Inoltre è stata lei stessa «ad ammettere che stava trasportando un ingente quantitativo di droga da Viterbo in Veneto (o a Pordenone), rendendo oltre modo plausibile che lei agisse saltuariamente come corriere offrendo il proprio supporto ai fornitori». 

Sulla recidiva anche per la cassazione Renata Zavagnin «ha utilizzato gli anni trascorsi nella provincia di Viterbo per stringere contatti con spacciatori locali, poi mantenuti anche dopo essere tornata a vivere nel Nord Italia, perseverando la sua attività illecita di spacciatrice già intrapresa dal 2003». 

L’imputata ha infatti «già subito almeno quattro condanne definitive per reati di questo stesso genere, dimostrando così una personalità incline a delinquere e a mantenere la propria tossicodipendenza mediante l'attività di cessione di droga a terzi». Uno degli ultimi casi riscontrati è stato nel 2011 quando era stata intercettata a bordo di una Peugeot 206 nel valico stradale di Merma con 50 grammi di eroina mentre rientrava dalla Slovenia.

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