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La polemica / Travesio

Spezzatino d’orso in un ristorante pordenonese, per Michela Brambilla è un «reato morale» 

Le parole del presidente di Leidaa contro il menu offerto dal locale friulano

Basta davvero poco per finire sul sito di uno dei giornali nazionali. È il caso di un ristorante di Travesio in provincia di Pordenone che, come ha riportato il Gazzettino in queste ore, ha nel proprio menu dello spezzatino d’orso con polenta, servito al costo di 18 euro. C’è però un problema: l’orso, inserito nella lista delle specie minacciate di estinzione secondo l’IUCN (International Union for Conservation of Nature), fa parte degli animali protetti e per questo motivo non è consentita la caccia. Il responsabile del locale ha comunque trovato il modo di aggirare l’ostacolo acquistando questo tipo di carne direttamente dalla Slovenia. Infatti solo se si è in grado di certificare l’origine della carne importata (una regola che vale solo dove la caccia all’orso è legale come in Croazia, Bulgaria, Russia, Slovenia e Svezia) è concesso l’acquisto di questo prodotto.

Ciò nonostante, le prime reazioni dalle associazioni non sono tardate ad arrivare. Una di queste porta la firma del presidente di Leidaa (Lega italiana difesa animali e ambiente) Michela Vittoria Brambilla che non usa mezzi termini in un’intervista al Corriere della Sera: portare in Italia la carne d’orso è «un reato morale contro la natura».

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