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Il caso / Cordenons

«Questa statua non è autorizzata», ora la parrocchia rischia una multa di seimila euro

Il Redentore, appena restaurato, deve essere rimosso secondo la Soprintendenza

Scoppia il caso della chiesa Santa Maria Maggiore di Cordenons. Il motivo? La statua del Redentore. Secondo quanto emerge dal Messaggero Veneto la scultura era stata rimessa al suo posto originario attorno al 5 luglio 2019, dopo dieci anni di assenza. Dopo una lunga fase di restauro, i responsabili della parrocchia hanno scelto di ricollocarlo sopra il timpano della chiesa presente in piazza della Vittoria. Per dare un’idea dell’altezza, si parla di all’incirca 25 metri rispetto al livello del suolo.

Il Redentore doveva essere restaurato a causa di un problema dovuto al piedistallo. All’epoca era stato don Giacomo Stival ad acconsentire allo spostamento della statura. Dopodiché era rimasto in magazzino, ben custodito. Verso il 2019, quando a guidare la parrocchia era don Alessandro Moro, si era deciso di posizionarla nel punto dove si trovava prima degli interventi. Una scelta, che, a quanto pare, non era autorizzata. A comunicarlo è stata la  Soprintendenza che ha richiesto la sua rimozione. Altrimenti la parrocchia rischia una multa di seimila euro. Basti pensare che ha speso tra i quattro e i cinquemila euro per rimetterla a posto, ma don Grillo ha scoperto che la Soprintendenza aveva chiesto altro tempo per impermeabilizzare la scultura che, stando a quanto viene riferito, non poteva essere rimessa sopra la chiesa costruita nel Settecento.  

Ora è un bel problema per la Curia che dovrà trovare i fondi necessari per le operazioni, a cominciare dallo spostamento del Redentore che nemmeno dopo essere risorto potrà riposare in pace. 

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