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Visite negli ambulatori a lume di candela, la protesta dei medici di base del Friuli Venezia Giulia

Il 15 dicembre gli aderenti del Fimmg chiedono una maggiore attenzione sui temi legati alla medicina generale

Gli ultimi dati, pubblicati sul Sole 24 ore, danno l’idea della situazione in cui si trova la sanità a Pordenone. Trovarsi al 102esimo posto nazionale con meno di un medico di base ogni mille abitanti vuol dire essersi ridotti al lumicino. Una metafora che viene per altro utilizzata dalla Federazione italiana medici di medicina generale che conta più di 300 iscritti alla sua associazione. Lo slogan  (“Interveniamo prima che la medicina generale si spenga e con lei il Servizio sanitario nazionale”) dice praticamente tutto. Una richiesta di aiuto che oggi, più che mai, deve tradursi in fatti concreti. Per questo il 15 dicembre si starà un’intera giornata a lume di candela per porre maggiore attenzione sui problemi legati al loro settore. Temi di stretta attualità ma spesso ignorati nei provvedimenti sia a livello nazionale che nelle varie Regioni. 

Mancano medici di base, attivato un ambulatorio sperimentale a Sacile

«Anche noi in quella giornata - spiega il dottor Fernando Agrusti segretario regionale Fimmg FVG - accoglieremo i nostri pazienti a lume di candela. Una decisione presa per sottolineare le condizioni critiche in cui lavorano i medici di famiglia, senza però ricorrere a sistemi di protesta più radicali che, in questo momento di picco dell’influenza stagionale e recrudescenza della pandemia, sarebbero contrari al senso di responsabilità verso i cittadini assistiti che da sempre caratterizza questa professione».

Nel garantire il rispetto del servizio offerto, la Fimmg ha scelto di lanciare un segnale forte alle istituzioni. La medicina di famiglia viene infatti trascurata nelle misure per contenere i costi del caro energia e dell’inflazione. Norme che variano dal ristoro dei dipendenti pubblici (per i quali è stata prevista una indennità una tantum per il 2023, come anticipo sul prossimo contratto, pari all’1,5 % dello stipendio), ai provvedimenti (come il decreto Aiuti quater) a favore delle aziende.

«Probabilmente - aggiunge Agrusti - non è ancora chiaro che il medico di famiglia è un libero professionista convenzionato, assimilabile ad una piccola impresa, e come tale tutti gli oneri di gestione del proprio studio professionale sono a suo carico, compresa la presenza di personale amministrativo e infermieristico. Non si comprende allora perché escluderlo dai provvedimenti che prevedono agevolazioni per le imprese e gli studi professionali dal momento che, al contrario di altri professionisti che operano con partite IVA e con costi di gestione a proprio carico, il medico di medicina generale non può adeguare le tariffe delle proprie prestazioni ai costi sostenuti essendo un servizio pubblico regolamentato da una convenzione con il Servizio sanitario nazionale, peraltro ferma al 2018. Per queste ragioni anche in Friuli Venezia Giulia come Fimmg vogliamo dare un segnale a tutte le forze politiche, locali e nazionali, che in questo momento stanno discutendo la prossima Legge di bilancio. Il tutto, lo ripetiamo, senza far venire meno il nostro impegno per i pazienti, che non verranno penalizzati dalla protesta».

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