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Lavoro / Porcia

Crisi Electrolux, sindacati spaccati: contestato l'accordo sugli esuberi

L'intesa è stata trovata nel pomeriggio a Quarto d'Altino in provincia di Venezia, ma rischia di non essere valida

Si complica la situazione sul caso Electrolux. Il 21 marzo, a Quarto d'Altino in provincia di Venezia, è stato raggiunto un accordo tra i vertici della multinazionale svedese e alcuni rappresentanti dei lavoratori. Eppure, da quanto si apprende, il patto per la gestione dei 164 impiegati nei vari stabilimenti italiani rischia di non avere alcuna validità. Il documento firmato questo pomeriggio si trova al centro di una contestazione da una parte delle Rsu. Le rappresentanze sindacali interne sostengono che solo alcune sigle hanno firmato l'intesa, ovvero meno della metà.

Ciò vanificherebbe qualsiasi intesa ottenuta nella giornata di oggi che prevede, tra le varie cose, un assegno di circa 72 mila euro per chi decide di licenziarsi. Alcune associazioni, riporta il Gazzettino, non hanno inoltre accettato le modalità con cui si è raggiunto l'accordo parlando di un incontro ristretto con l'azienda senza prima aver avuto un confronto con il coordinamento giunto nel veneziano. Anche la Rsu di Porcia, lo stabilimento più colpito dai tagli (86 impiegati e 95 operai) ha deciso di non firmare. 

Se l'accordo non trova il consenso sufficiente per essere validato, il documento passerà nelle mani del Ministero del Lavoro per una gestione straordinaria della vertenza.

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