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Il Cro premiato negli Usa per la ricerca sulla leucemia

Erika Tissino è stata premiata al convegno internazionale a Boston

Ancora un prestigioso riconoscimento internazionale per la ricerca scientifica del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. Lo studio presentato dalla dottoressa Erika Tissino del gruppo di ricerca dell’Oncoematologia-Clinico Sperimentale del CRO, coordinato da Valter Gattei, è stato premiato come 'Top Abstract' nell'ambito del 20esimo International Workshop on CLL (iwCLL), che si è da poco concluso a Boston (Usa). Si tratta di un appuntamento biennale che riunisce numerosi leader internazionali coinvolti a vario titolo, dalla biologia alla clinica, nella comprensione della leucemia linfatica cronica (LLC), la forma tumorale del sangue più frequente nel mondo occidentale.

Lo studio rappresenta una nuova tappa della ricerca iniziata anni fa, quando il gruppo del dottor Gattei aveva dimostrato come, in circa il 40% dei pazienti, fosse presente, sulla superficie delle cellule tumorali della LLC, una molecola di adesione detta VLA-4, correlata a una prognosi peggiore anche nel contesto delle terapie più innovative.

Essendo una molecola di adesione, VLA-4 funziona mantenendo le cellule leucemiche legate al microambiente tissutale, attraverso il riconoscimento di recettori specifici e, per questa ragione, rende meno efficaci le cure. Per esercitare questo legame, VLA-4 deve essere attivata dal recettore delle cellule B (BCR) mediante un processo detto inside-out che si sviluppa nel midollo osseo e nei linfonodi.

La novità importante presentata a Boston da Erika Tissino sta nel fatto che anche le cellule leucemiche che circolano nel sangue periferico, storicamente considerate 'inerti', per sopravvivere più a lungo sono in grado di attivare la molecola VLA-4, sempre grazie a un processo mediato dal BCR simile all’inside-out ma che, in questo caso, avviene al di fuori del midollo osseo e dei linfonodi. Tali cellule circolanti, portatrici di molecole 'attivate' di VLA-4 sulla loro superficie, sono, quindi, in grado di sfruttare i ligandi di VLA-4 presenti nel plasma in forma solubile che, a loro volta, attivano segnali di sopravvivenza cellulare del tutto simili a quelli che si possono osservare a livello tissutale.

Questa strategia utilizzata dalle cellule leucemiche con VLA-4 è importante per permettere alle cellule stesse di rimanere vitali durante il loro passaggio nel sangue periferico. In tal modo, le cellule leucemiche possono migrare da un tessuto all'altro attraverso un meccanismo che ricorda molto quello che, nei tumori solidi, avviene in corso di metastasi.

Lo studio - portato avanti, in questa ultima fase, grazie a fondi di ricerca del Ministero della Salute legati ai finanziamenti europei del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza - ha aggiunto un importante tassello nella comprensione della fisiopatologia di quel 40% di leucemie linfatiche croniche che esprimono VLA-4 sulla superficie delle cellule. In questo ambito, il gruppo di ricerca dell’Oncoematologia Clinico-Sperimentale del CRO ha in corso ricerche finalizzate a utilizzare VLA-4 come bersaglio terapeutico specifico, attraverso anticorpi monoclonali selettivamente indirizzati verso la molecola.

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