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oncologia / Aviano

L'allarme del Cro: «Aumenta il tumore al colon-retto negli under 50»

Preoccupanti i dati degli studi internazionali. I consigli degli esperti sulla prevenzione

Un recente studio - pubblicato sulla rivista Annals of Oncology - ha evidenziato un preoccupante aumento della mortalità per il cancro del colon-retto nella fascia 25-49 anni anche in Unione Europea, in particolare nel Regno Unito dove è stato stimato che il numero dei decessi causati da questa forma tumorale è cresciuto del 26,1% nei maschi e del 38,6% nelle donne rispetto al 2018. Un simile trend, anche se più ridotto, è stato registrato anche in Italia.

«Questa neoplasia negli Under 50 presenta aspetti peculiari, dimostrando una maggiore aggressività clinica e caratteristiche genetiche specifiche, tanto da essere considerata un’entità a sé stante», spiega Claudio Belluco, direttore facente funzioni della Chirurgia oncologica generale del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e vicepresidente della Società Italiana di Chirurgia Oncologica. «I principali fattori che sembrano contribuire all’aumento dell’incidenza del tumore del colon-retto tra i giovani adulti sono obesità, consumo di alcol e di bevande ad elevato contenuto di zucchero, fumo e sedentarietà, oltre a predisposizione genetica in una percentuale rilevante di casi». 

«In particolare, lo stile di vita sembra influire sull’aumentato rischio di sviluppare questa patologia mediante modificazioni del microbioma, ovvero dei microrganismi che vivono nel tratto intestinale», prosegue il professor Renato Cannizzaro, direttore della Gastroenterologia oncologica e sperimentale del CRO, che ha fatto parte del team internazionale di esperti che, lo scorso marzo, ha delineato le linee guida per la diagnosi e la terapia di questo tumore negli Under 50 (link alla pubblicazione).

«Tra le indicazioni principali – aggiunge Belluco - c’è la raccomandazione di prestare la massima attenzione alla comparsa di campanelli d'allarme come dolore addominale, perdita di peso, anemia, comparsa di sangue nelle feci, sintomi ostruttivi o diarrea. In questi casi è consigliato svolgere, quanto prima, una colonscopia. È importante, inoltre, eseguire un test genetico per verificare la presenza di mutazioni che predispongono a questo tipo di tumore. Le eventuali terapie, infine, possono pregiudicare la fertilità; è utile, quindi, considerare la preservazione delle cellule necessarie alla riproduzione».

Il CRO, da sempre, è all’avanguardia nel trattamento del cancro del colon-retto, grazie al suo approccio multidisciplinare. La presa in carico del paziente può contare su un team di professionisti, coordinato dal professor Cannizzaro, che punta a prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle neoplasie dell’apparato digerente. Un approccio particolarmente importante nei pazienti più giovani che, come ricordato, possono sviluppare forme tumorali particolarmente aggressive.
Per quanto riguarda la chirurgia, al CRO si presta la massima attenzione alle procedure mini-invasive che consentono di asportare il tumore in maniera radicale, garantendo un recupero post-operatorio più rapido e con un minor rischio di complicanze.
Particolare importanza, infine, è rivestita dalle indagini genetiche e molecolari, che permettono, da un lato, d’individuare precocemente le persone più a rischio e, dall’altro, di definire un piano terapeutico su misura per ogni paziente.

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