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Qualità degli ospedali, i privati battono i pubblici

Presentato il rapporto Agenas-Aiop sulla qualità dei risultati clinici negli ospedali italiani

Una fotografia, a livello nazionale, non incoraggiante: secondo il Rapporto sulla Qualità degli outcome clinici negli ospedali italiani elaborato a quattro mani da Agenas e Aiop, gli ospedali privati italiani battono quelli pubblici in termini di qualità. Per le regioni i dati sono stati estrapolati secondo due parametri su sette. 

Il report

Il Rapporto è elaborato sulla base dei risultati del Programma nazionale esiti (PNE) e  propone una valutazione comparativa delle strutture ospedaliere – di diritto pubblico e di diritto privato del Servizio sanitario nazionale - elaborata in funzione del rispettivo livello di aderenza agli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera. Il risultato è una fotografia della qualità offerta dal nostro Servizio sanitario nazionale, che consente il confronto sulla base della natura giuridica delle strutture e la valutazione della eterogeneità interna sia a ciascun comparto sia tra aree geografiche.

Analisi

Nell’analisi nazionale viene fatta una comparazione tra strutture ospedaliere in funzione della natura giuridica delle stesse, secondo la metodologia Treemap del PNE, nella quale viene proposta una valutazione della qualità dell’assistenza ospedaliera articolata a livello di sette aree cliniche: sistema cardiocircolatorio, sistema nervoso, sistema respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto e osteomuscolare. A livello nazionale, delle 511 strutture di diritto pubblico valutate, 45 (pari al 9%) riportano tutte le aree cliniche validate di qualità alta o molto alta; delle 297 strutture di diritto privato, quelle con standard elevati sono, invece, 80 (pari al 27%). Per quanto riguarda le strutture di qualità bassa o molto bassa, queste rappresentano il 19% delle strutture valutate di diritto pubblico (54 su 511) e il 32% delle strutture di diritto privato (75 su 297). La concentrazione delle strutture - soprattutto di quelle di diritto privato - verso i livelli di qualità estremi deve tener conto della natura monospecialistica o del basso numero di aree cliniche valutabili: la maggior parte delle strutture (l’87% tra le pubbliche e il 92% tra le private) di quelle di qualità alta/molto alta e, rispettivamente, l’87% e il 97% tra quelle con un livello di qualità inferiore all’atteso sono, infatti, a indirizzo specifico o con sole due aree valutabili. Se si considerano, infatti, le strutture con almeno tre aree valutate, la quasi totalità delle strutture valutate non è caratterizzata da un livello di qualità omogeneamente critico od omogeneamente positivo (ovvero tutte le aree di qualità bassa/molto bassa o, viceversa, tutte le aree di qualità alta/molto alta).

Le diverse aree

Nell’area del sistema cardiocircolatorio, si rileva un’elevata concentrazione su livelli alti/molto alti di aderenza agli standard: mentre nel nord e, ancora di più, nel sud e isole la proporzione di strutture di diritto privato over-standard è superiore rispetto a quella delle strutture di diritto pubblico, nel centro la situazione è ribaltata. Al centro, le strutture di qualità bassa/molto bassa sono proporzionalmente di più tra le strutture accreditate che tra quelle di diritto pubblico.

nazionale sistema cardiocircolatorio

Nell’area sistema respiratorio, per quanto riguarda il confronto pubblico-privato, la percentuale di strutture che raggiunge standard di qualità alta/molto alta è significativamente maggiore tra quelle accreditate. Anche rispetto all’aderenza sub-standard, le strutture di diritto privato e di diritto pubblico si comportano in maniera differente.

nazionale sistema respiratorio

Rispetto alle strutture con livelli alti/molto alti di conformità agli standard, se al nord non ci sono sostanziali differenze tra le due componenti, nel centro e nel sud, pubblico e privato accreditato si comportano diversamente. Al centro le strutture di diritto pubblico con qualità alta/molto alta sono il 67%, contro il 53% tra quelle di diritto privato, mentre al sud e isole le rispettive proporzioni sono di 35% e 49%. Specularmente, le strutture sub-standard sono proporzionalmente di più al centro tra quelle di diritto privato e al sud tra quelle di diritto pubblico.

nazionale chirurgia generale

Nell’area della chirurgia oncologica, è il nord ad avere risultati simili al sud, con le strutture di diritto privato che, nel confronto con quelle di diritto pubblico, sono proporzionalmente di più tra quelle di qualità alta/molto alta e di meno tra quelle di qualità bassa/molto bassa. Al centro, se le strutture sovra-standard hanno la stessa percentuale tra le pubbliche e le accreditate, le strutture con qualità bassa/molto bassa sono proporzionalmente di più tra quelle di diritto privato.

nazionale chirurgia oncologica

Nell’area gravidanza e parto si documenta una importante divaricazione tra le due componenti: al nord il 56% delle strutture di diritto privato registra livelli di qualità alta/molto alta contro il 15% del sud, mentre le strutture accreditate di qualità bassa/molto bassa sono il 22% al nord e il 75% nel sud e isole.

nazionale gravidanza e parto

Nell’area osteomuscolare, le differenze tra le due componenti sono soprattutto al centro e al sud, dove, rispettivamente il 37% e il 52% delle strutture pubbliche riportano livelli di qualità bassa/molto bassa.

nazionale osteoarticolare

Un'analisi per punti

Gli indicatori rappresentati all’interno del Rapporto sono un sottoinsieme di quelli calcolati dal Programma nazionale esiti (PNE). Complessivamente si rileva che rispetto agli indicatori di esito le strutture di diritto privato che presentano un livello di qualità alto sono proporzionalmente di più di quelle di diritto pubblico; per quanto invece riguarda i volumi di attività la componente accreditata soffre maggiormente della pubblica di numerosità sub-standard.

indicatore

• Per l’indicatore di mortalità a 30 giorni dopo infarto del miocardio non esistono sostanziali differenze tra pubblico e privato nella proporzione di strutture di qualità alta/molto alta
• Una delle differenze più importanti tra pubblico e privato si ha per l’indicatore di mortalità a 30 giorni dal ricovero per scompenso cardiaco congestizio, rispetto al quale le strutture che riportano risultati di qualità alta o molto alta sono, rispettivamente, il 32% e il 47% 
• Le strutture che effettuano tempestivamente almeno il 60% delle PTCA (Angioplastica Coronarica Percutanea Transluminale) rappresentano il 39% delle strutture di diritto pubblico e il 52% di quelle di diritto privato
• Se rispetto alle riammissioni a 30 giorni dopo ricovero per embolia polmonare, le proporzioni di strutture di diritto privato e di diritto pubblico con valori in linea con lo standard sono sostanzialmente equivalenti, considerando l’indicatore di mortalità, le strutture accreditate con esiti compatibili con il riferimento sono il 70%, di contro al 58% di quelle di diritto pubblico
• Il 62% delle strutture di diritto pubblico e il 39% delle strutture accreditate effettua un numero di ricoveri di infarto del miocardio compatibile con lo standard
• Solo il 25% delle strutture pubbliche e il 15% delle strutture di diritto privato effettua un numero di ricoveri per bypass aorto-coronarico in linea con il riferimento
• La proporzione di strutture di diritto privato con valori di mortalità a 30 giorni da un ricovero per ictus ischemico superiori allo standard di riferimento è del 71% contro al 51% circa di quelle di diritto pubblico
• L’81% delle strutture pubbliche e il 92% delle strutture private presentano una proporzione superiore alla soglia minima prevista dal DM 70 per quel che attiene all’indicatore colecistectomie laparoscopiche con degenza inferiore a 3 giorni
• La proporzione di interventi di resezioni entro 120 giorni da un intervento conservativo per TM della mammella valuta la necessità di re-intervenire chirurgicamente dopo una prima procedura conservativa. Le strutture che riportano una proporzione di nuovi interventi in linea con l’atteso sono sostanzialmente equivalenti tra le due componenti
• Per quanto riguarda gli indicatori che misurano la mortalità a 30 giorni dopo un intervento di chirurgia oncologica, per il tumore maligno del polmone sono le strutture di diritto pubblico che in percentuale mostrano una performance migliore; diversamente, per il tumore maligno dello stomaco, del colon, del fegato e del pancreas le strutture private di qualità alta /molto alta risultano in proporzione significativamente di più di quelle pubbliche
• Rispetto ai volumi di interventi chirurgici per tumore maligno della mammella – per cui la percentuale di strutture pubbliche sovra-soglia è maggiore di quella delle strutture private (50% vs 38%) – il fenomeno di frammentazione della casistica è tanto più degno di nota se si considera che si tratta di un indicatore al quale a lungo sono stati dati spazio ed enfasi a livello scientifico e normativo
• Ancora più ridotta la concentrazione degli interventi chirurgici per TM del pancreas e per TM del fegato: rispettivamente, solo il 6% e l’11% delle strutture pubbliche e il 14% e il 13% delle private riportano volumi in linea con la soglia minima
• Riguardo i punti nascita con meno di 1000 parti/anno se le maternità con percentuali di tagli cesarei primari minori o uguali al 15% sono molto poche tra le strutture pubbliche (14%), tra le strutture private solo il 4% rispetta lo standard
• Nelle strutture con almeno 1000 parti/anno – che dovrebbero assistere una casistica verosimilmente più complessa – la soglia massima del 25% è rispettata dal 82% delle strutture di diritto pubblico, ma solo dal 31% di quelle di diritto privato
• Il DM 70 fissa al 60% la percentuale minima di fratture del collo femore da operare entro 48 ore dall’accesso nella struttura di ricovero: il 29% delle strutture pubbliche e il 43% di quelle di diritto privato rispetta lo standard quantitativo
• Mentre per le riammissioni a 30 giorni dopo intervento sull’anca sono le strutture accreditate a riportare proporzionalmente esiti migliori (64% vs 45%), per gli indicatori di revisione a due anni dopo protesi di anca e ginocchio (51% vs 62% e 51% vs 57%) e di riammissione dopo artroprotesi del ginocchio (45% vs 59%) sono le strutture pubbliche ad avere una maggiore aderenza allo standard di qualità
• Nell’indicatore di mortalità a 30 giorni dopo ricovero per insufficienza renale cronica, le strutture che riportano esiti di qualità alta sono il 20% tra quelle di diritto pubblico e il 51% tra quelle di diritto privato.

Dati regionali

Atitolo esemplificativo si riportano i risultati dell’area cardiocircolatoria e dell’area della chirurgia oncologica.

area sistema cardiocircolatorio

Rispetto all’area del sistema cardiocircolatorio, in Friuli Venezia Giulia il 70% delle strutture di diritto pubblico presenta un alto/molto alto livello di conformità agli standard.

nazionale chirurgia oncologica-2

Rispetto all'area della chirurgia oncologica, in Friuli Venezia Giulia il 56% delle strutture pubbliche, pari a 5 su 9, hanno una qualità alta/molto alta e il restante, ovvero il 44&, una qualità bassa/molto bassa. 

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