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Ex fiera, il fronte del 'sì' contro i comitati: «Una minoranza che rifiuta le regole democratiche»

L'associazione per il futuro dello sport punta il dito contro chi «ha letteralmente paralizzato un progetto di respiro europeo e che pretende di essere interpellata per le scelte già adottate dal Consiglio»

La sentenza lapidaria del Tar sull'ex fiera non sembra avere minimamente influito su un dibattito pubblico ormai polarizzato su due fronti. C'è chi, come Legambiente e i comitati contro il taglio dei tigli, ha dichiarato di voler proseguire con la battaglia chiedendo risposte al Comune prima di procedere al taglio degli alberi. Altri, invece, si sentono sollevati dopo che «una sparuta minoranza di concittadini che, in nome di una rigida posizione di contrapposizione con le scelte adottate dalla città, ha letteralmente paralizzato un progetto di respiro europeo per il miglioramento degli impianti sportivi che servono ai nostri ragazzi». Tra questi c'è il Comitato per il futuro dello sport dell'ex fiera, che sostiene di rappresentare oltre quaranta associazioni sportive, oltre cinquemila tesserati, e oltre seimila famiglie. Al fash mob, che si è tenuto il 20 gennaio di fronte al Municipio, si sono invece presentati in 150 a sostenere il progetto secondo i numeri della Digos.

Mettendo per un attimo da parte la decisione del Tar che ha dichiarato inammissibile il ricorso contro il taglio dei tigli, nella nota emerge sempre di più una profonda frattura che si è creata su un tema divisivo. Certo, «tutti hanno diritto di far sentire la propria voce», citando le parole dei membri del 'sì' al Polo Young. Ma secondo il comitato per lo sport l'errore commesso in questi mesi è nel metodo dato che la democrazia «si regge su binari precisi e meravigliosi». Per poter esprimersi secondo le regole democratiche, il modo più corretto non è di scendere in «piazza» o di servirsi dei «social», ma usare «il luogo deputato per le scelte amministrative e di governo della città: l’aula ove siede il Consiglio comunale, eletto dai cittadini». 

Questo perché altrimenti si rischia «di cadere nella peggiore delle scelte per una democrazia: lasciare che una minoranza di cittadini non riconosca il binario del dibattito e pretenda di essere interpellata per le scelte già adottate dal Consiglio. Non a caso, il Tribunale Amministrativo Regionale ha respinto il ricorso dei manifestanti in quanto gli stessi non sono titolari di un interesse legittimo».

Nessuno in verità ha mai sostenuto che l'ex fiera non vada rigenerato viste le condizioni precarie della struttura. Ma l'assenza di dialogo e di confronto ha portato a un muro contro muro senza possibilità d'intesa o di un compromesso. Tutto questo si vede proprio nelle parole espresse anche alle associazioni sportive che sferrano, di fatto, una stoccata alle persone che «colme di rabbia si chiudono in sé stesse, rifiutano lo sfogo migliorativo dello sport» e minacciano in rete con metodi da talebani. 

«La Storia - si legge nella nota - ci insegna che di sovente i sogni e i disegni vengono ostacolati da una minoranza che, opponendosi al volere dei più, con ogni mezzo tenta di boicottare il miglioramento. Fortunatamente, in Italia la magistratura giudica in nome del Popolo italiano: quello stesso Popolo che ha scelto un indirizzo in base a un programma e a una visione. Ora finalmente possono iniziare i lavori per costruire nuovi ed efficienti impianti sportivi per i nostri ragazzi».  

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